Anno della Fede e presentazione del Piano diocesano triennale

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Anno della Fede e presentazione del Piano diocesano triennale

Cattedrale di Chioggia, domenica 16 settembre 2012

Incontro di preghiera per l’apertura dell’anno pastorale 2012/13

Una folta assemblea proveniente da tutta la diocesi ha partecipato domenica scorsa alla celebrazione di apertura del nuovo anno pastorale. Al termine dell’incontro gli operatori pastorali, i consacrati e i sacerdoti hanno rinnovato il loro impegno di servizio nella Chiesa locale. Riportiamo l’intervento del vescovo, che ha presentato il cammino proposto per il triennio, sulle orme del Concilio di cui si ricorda il 50°.

Mi rivolgo a voi qui presenti, anche se il piano che verrà proposto riguarda tutta la diocesi, perché noi ora qui riuniti costituiamo l’Assemblea del Signore, cioè la Chiesa di Chioggia, in ascolto di Dio Padre che parla al suo popolo e in preghiera per invocare dallo Spirito luce, aiuto e forza all’inizio di un anno pastorale in cui riprendiamo il nostro cammino alla Scuola di Cristo Maestro. Siamo qui segno visibile della Chiesa riunita attorno alla Parola, vescovo, presbiteri, religiosi, religiose e laici, per rivivere nella Liturgia

l’esperienza del popolo d’Israele ai piedi del Monte Sinai dove Dio ha fatto udire la sua voce per mezzo del suo Servo Mosè. E’ quello il prototipo della Chiesa: Assemblea in Ascolto della Parola, con la disponibilità d’animo ad accogliere il Patto d’Alleanza per il quale il Dio del Sinai, Iahweh, si è proposto come ‘loro Dio’ ed essi hanno accettato di essere ‘suo popolo’ impegnando la propria vita su quella Parola.Apertura anno pastorale12-1

Leggiamo in Es 19,17-19: “Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco…: Mosè parlava e Dio gli rispondeva”. E alla fine Mosè riferì al popolo le Parole del Signore e il popolo rispose a una voce: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo” (Es 24,7). Attorno a quelle Parole Israele si costruì come popolo, e di tanto in tanto si sentiva convocato da Dio per confrontare la sua risposta a quella Parola o per rinnovare gli impegni da essa richiesti.

Ricordiamo in questo momento l’invito del Signore alle guide del suo popolo, che leggiamo nel Salmo 50,5: “Davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno stabilito con me l’alleanza”.

In questa nostra ‘Liturgia’ noi realizziamo questo invito: siamo qui riuniti davanti a lui in Ascolto per assumere e rinnovare il nostro impegno di obbedire alla sua Parola e metterla in pratica. Sentiamo ancora rivolta a noi oggi l’esortazione del Salmo: “Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore…”..

Ci apprestiamo a vivere un anno che il Santo Padre ci ha indicato come Anno della Fede. Il Papa darà inizio a questo “Anno della Fede” con la grande Concelebrazione di giovedì 11 ottobre in piazza san Pietro con la presenza dei Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il Mondo e dei Membri dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi che pure si terrà a Roma nei giorni 7-28 ottobre prossimo. E’ un evento ecclesiale che deve trovare riscontro in tutte le comunità della nostra Diocesi. Per questo auspico che anche nei nostri Vicariati non soltanto si apra l’Anno della Fede con una celebrazione che sia esemplare ed espressiva per le Chiese di quel Vicariato, ma si dia inizio pubblicamente all’impegno di “riscoprire e raccogliere questo dono prezioso che è la fede e di conoscere in modo più profondo le verità che sono la linfa della nostra vita, per condurre l’uomo d’oggi, spesso distratto, ad un rinnovato incontro con Gesù, via, vita e verità”; così ha detto il papa a noi vescovi il 24 maggio scorso riuniti nell’Assemblea plenaria.

Sarà bene poi riservare la domenica successiva 14 ottobre per annunciare e celebrare nelle parrocchie l’apertura dell’Anno della Fede.

La data dell’11 ottobre è legata all’avvio del Concilio Ecumenico Vaticano II, aperto l’11 ottobre 1962 e conclusosi l’8 dicembre 1965.

Apertura anno pastorale12-2Ho ritenuto poi di estendere la durata e la realizzazione del nostro Piano Pastorale per tutto il triennio 2012-2015 per disporre di un congruo tempo per conoscere e riscoprire gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dal triennio della sua celebrazione, 1962-1965.

Chiedo che il piano pastorale che ora consegno, e solo a grandi linee espongo, sia oggetto di studio, di preghiera, di verifica e di concrete scelte pastorali per tutta la nostra Chiesa diocesana, insieme ad altre indicazioni e stimoli che ci possono essere offerti.

Questo nostro Piano Pastorale si ispira fondamentalmente al percorso del Concilio Vaticano II segnato dalle 4 grandi Costituzioni Conciliari e dagli altri Decreti e Dichiarazioni conciliari.

– La prima parte del Piano Pastorale ha per tema la fede che nasce dalla Parola (ce lo ricorda il papa, citando san Paolo) e celebrata nella liturgia: il Concilio ci ha dato le due Costituzioni sulla Parola di Dio (Dei Verbum) e sulla Liturgia (Sacrosantum Concilium).

– La seconda parte ha per tema l’appartenenza dei battezzati alla Chiesa e la loro corresponsabilità nella Chiesa: attraverso l’incorporazione a Cristo il credente entra a far parte del popolo di Dio: è il tema trattato nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium).

– La terza parte ha per tema la testimonianza e l’impegno del cristiano nel mondo: è il grande tema dibattuto e poi trattato principalmente nella Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et Spes).Apertura anno pastorale12-3

Come ho scritto alla fine del testo che vi sarà consegnato, si tratta di un progetto di lavoro. Tale lavoro non riguarda qualche aspetto marginale o opzionale della nostra vita cristiana, ma tocca i fondamenti della nostra fede, il senso e il modo del nostro appartenere alla Chiesa e la significatività della nostra missione nel Mondo. Sarà attorno a temi così significativi che bisognerà prevedere in un prossimo futuro la Visita Pastorale, della quale il Cerimoniale dei Vescovi dice che non deve apparire come l’adempimento di un impegno semplicemente amministrativo, ma dai fedeli il vescovo sia visto nel suo compito di visitare le parrocchia come Annunciatore, Maestro, Pastore e Gran Sacerdote del suo gregge. Valuteremo la cosa insieme negli Organismi di partecipazione ecclesiale, sia dei presbiteri che dei laici e negli appositi Uffici Pastorali.

Di fronte a tanto impegno la prima urgenza è la preghiera e l’invocazione dello Spirito perché Egli illumini le menti e le coscienze, muova i cuori e le volontà e faccia sorgere in noi oggi quel desiderio di Dio che Gesù ha suscitato nel cuore della donna Samaritana che si è posta in ascolto della sua Parola e si è lasciata guidare dalla sua progressiva rivelazione, fino a giungere con i suoi fratelli Samaritani alla professione di fede in “Gesù Salvatore del mondo”. E’ dall’atto di fede definito dal papa, “affidamento totale a Dio, in piena libertà”, nato dall’ascolto, che prende vita il dinamismo della fede come progresso spirituale, come ricorda s. Agostino, citato al n.1 della Dei Verbum: Ogni uomo “ascoltando creda, credendo speri, sperando ami”.

Ecco brevemente le tre parti del Piano Pastorale

 

La Fede

Apertura anno pastorale12-4Il brano del vangelo dell’incontro di Gesù con la donna Samaritana al Pozzo di Giacobbe, sia fatto oggetto di studio non superficiale, di preghiera, di verifica e di scelte concrete nella nostra Chiesa diocesana e in tutte le comunità parrocchiali.

L’atto vivo di fede poi ha bisogno di essere alimentato alle verità che sono come “la linfa della fede”: il discorso su Dio, Gesù Cristo, lo Spirito Santo, l’uomo, la chiesa, i sacramenti, la Parola di Dio, la vita cristiana. Tutti questi temi sono affrontati dal Catechismo della Chiesa cattolica, di cui pure ricorrono quest’anno i 20 anni dalla pubblicazione: libro definito dal papa ‘frutto maturo del Concilio’, ma rimasto ai più, non solo laici, libro sconosciuto. Sulla nostra fede, la nostra obbedienza alla Parola, la nostra appartenenza viva alla chiesa, il nostro impegno missionario che scaturisce dal battesimo, sul nostro impegno a tener viva la nostra fede, trasmetterla e testimoniarla con le opere della fede, abbiamo bisogno di interrogarci e di fare delle scelte coraggiose, senza contentarci di ciò che sempre si è fatto e di come lo si è fatto: lo Spirito stesso, attraverso il discernimento, conduce tutta la Chiesa e quindi anche la nostra Chiesa e le nostre Comunità parrocchiali a parlare il linguaggio degli uomini di questo nostro tempo.

 

La Chiesa

Il cuore del lavoro pastorale indicato nel secondo punto del Piano Pastorale riguarda il nostro essere Chiesa. Ritengo che dobbiamo tutti lavorare attorno al tema dell’unità e della corresponsabilità. La Chiesa è anzitutto realtà sacramentale nel suo nascere e nel suo manifestarsi. Nel suo nascere, perché la nostra comunione è opera di Cristo e avviene attorno a Lui: “la nostra unione con Cristo, che è dono e grazia per ciascuno, fa sì che in Lui siamo anche associati all’unità del suo corpo che è la Chiesa.(Ecclesia de Eucharistia).

Nel suo manifestarsi, perché la Chiesa deve essere un segno per l’umanità: “Che tutti siano una sola cosa, Padre, come Tu in me ed Io in Te… Perché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. (Gv 17,21). Credo che abbiamo molto da lavorare su questo campo, nella pluralità delle relazioni:

– Corresponsabilità e comunione tra vescovo-presbiteri-laici nella chiesa locale.Apertura anno pastorale12-5 prima

– Rapporto vescovo-presbiteri.

– Rapporto pastori-laici.

Testimonianza e impegno

“Professare con la bocca, a sua volta, indica che la fede implica una testimonianza ed un impegno pubblici”, scrive il Papa (P.F. 10). La particolare situazione sociale e culturale attuale, anche del nostro territorio, richiede la necessità di dare all’azione ecclesiale una tipica e permanente visibilità ‘davanti agli uomini’ (Mt 5,16), non quella di tipo farisaico condannata da Gesù in Mt 23,5: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini”, ma perché “vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Se è possibile che dalle opere, non necessariamente generate dalla fede o dall’appartenenza ecclesiale, prenda avvio un cammino verso la fede, dalla fede autentica devono scaturire le opere ‘buone’. L’impegno del credente alimentato con la preghiera, con lo studio, con la partecipazione attiva alla vita ecclesiale si traduce in opere con uno sguardo aperto sul mondo circostante, in tutti gli ambiti ecclesiali, sociali, civili, economici e politici, con la coerenza forte e coraggiosa del Vangelo.

Oggi, in un contesto culturale e sociale dove prevale l’interesse personale e di gruppo, dove rischia di andare in crisi l’idea stessa di ‘bene comune’ perché troppo spesso, sotto il nome di ‘bene comune’ si nasconde l’interesse privato, c’è bisogno di una testimonianza pura e trasparente di autentico ‘bene comune’. C’è bisogno di segni di fede, di speranza e di carità anche nella nostra Chiesa di Chioggia, nella nostra Città, nel nostro territorio. Urgono atteggiamenti-segno, scelte-segno, opere-segno, persone-segno che seppur non risolvono tutte le situazioni, mostrano che il discepolo di Cristo è impegnato nelle realtà temporali, ma“aspirando a una patria migliore, cioè a quella celeste” (Ebr 11,16), attende dal Signore la sua ricompensa. Ancorato e illuminato dalla Risurrezione di Cristo, egli opera nel presente senza lasciarsi prendere dalla quella brama o cupidigia dei beni terreni “che è idolatria” (Col 3,1-5).

Apertura anno pastorale12-7Come potete leggere nella ‘Nota di accompagnamento’ al Piano Pastorale, sollecito che esso sia occasione e stimolo per riflettere personalmente e per giungere a scelte operative al livello diocesano, vicariale e parrocchiale. Ciascuna parrocchia e vicariato quindi lo faccia oggetto di più incontri così che possano essere fatte proprie effettive verifiche proposte e nascano concrete scelte pastorali e collaborative che il periodo di tre anni dovrebbe darci il tempo di avviare e verificare.            (+ vescovo Adriano)

 

 

 

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 35 del 23 settembre 2012