Benvenuti, giovani di “Io, Te e Rio” che arriverete a Chioggia!

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GMG. ACCOGLIENTE INVITO DEL VESCOVO ADRIANO

Benvenuti, giovani di “Io, Te e Rio” che arriverete a Chioggia!

Carissimi, ormai tutto è preparato! Diceva in questi giorni il papa: “E’ ormai vicina la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Io partirò tra otto giorni, ma molti giovani partiranno per il Brasile anche prima”. Alcuni dei giovani infatti che parteciperanno a Rio sono già partiti, gli altri si accingono a farlo. E noi? Anche noi qui a Chioggia vogliamo vivere un ‘evento’ pieno di significato pur in lontananza ‘geografica’ da quanto avviene a Rio, ma in vicinanza e partecipazione alla loro gioia e per condividere la “grazia” di questo evento. Ricordo a tutti il motto di questa Giornata mondiale della gioventù, che è: “Ide e fazei discípulos entre todas as nações”, “Andate e fate discepoli in tutte le nazioni del mondo”. Per questo alla fine della messa del papa ci sarà l’atto classico dell’invio. Con

questo gesto il papa vuole invitare i giovani a farsi protagonisti per costruire la Chiesa con la loro missionarietà, una Chiesa che, in fedeltà a Gesù e al Vangelo, risponda alle domande e alle attese dei giovani che desiderano prestare la loro opera per questo grande anelito del Cuore di Cristo: “Fate discepoli in tutte le nazioni del mondo”. Cari giovani, non abbandonate la Chiesa, c’è bisogno della vostra vitalità, del vostro coraggio, della vostra generosità. Se trovate che nella Chiesa di oggi manca lo slancio e il coraggio che i primi apostoli e discepoli avevano raccolto alla scuola di Gesù, dateci una mano col vostro slancio e coraggio. Se avete la sensazione di non trovare spazio e respiro nella Chiesa di oggi, non fuggite ma entrate per fare della Chiesa il Luogo o il ‘Sacramento’ dello spazio dell’Amore di Dio e dell’autentica libertà evangelica dell’uomo. Questo è il vostro essere missionari oggi sul nostro luogo di vita e di presenza quotidiana. Oggi c’è proprio bisogno che voi giovani diventiate ‘missionari’, non uscendo dalle nostre Chiese e dalle nostre terre, ma portando la forza e la coerenza del vangelo nelle nostre stesse Chiese e terre. Non lasciate che le nostre Chiese muoiano nel ripetere stancamente le cose di sempre, ma aiutatele a farle rivivere alla luce della Fede che nasce e si alimenta alla Parola di Dio, si alimenta e si irrobustisce alla sorgente della preghiera e dei sacramenti e offre al mondo testimonianza di rettitudine e di amore. C’è bisogno oggi di una Chiesa che non solo parli di Gesù Cristo, ma che sappia ‘guardare dal punto di vista di Gesù, guardare con i suoi occhi’ come ci ricorda papa Francesco nella sua Lettere Enciclica Lumen Fidei n. 18: Una Chiesa quindi che viva secondo quel modo di vedere, che compie la sua ‘missione’ di portare gli uomini a riconoscere il Signore, non solo con la Parola ma anche con la testimonianza delle opere: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).

C’è urgente bisogno di “sale e luce”, sia nelle nostre Chiese come nella nostra società: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa” (Mt 5,13-15).

Accogliamo tutti l’invito del papa ad affidare a Maria “questo grande pellegrinaggio che comincia, perché Nostra Signora de Aparecida, patrona del Brasile, guidi i passi dei partecipanti, e apra i loro cuori ad accogliere la missione che Cristo darà loro”.

Anche il nostro incontraci qui a Chioggia sarà fatto di Annuncio, di Ascolto della Parola, di Preghiera e di Liturgia eucaristica, perché dalla preghiera fiduciosa e dalla gioia evangelica tornino a rivivere le parole del profeta Isaia per questo nostro tempo che sembra essere di ‘agonia’ e di ‘rassegnazione’, anche per le nostre Chiese del Triveneto: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Is 43,9). Mettiamoci tutti in gioco, anche voi giovani, per essere ‘acqua nella steppa’ delle nostre Chiese, perché attraverso tutti, specie attraverso di voi, il Signore faccia germogliare nelle nostre Chiese “cose nuove”.

+ Adriano Tessarollo

 

 

dal numero 29 del 21 luglio 2013