commentando… Estate e vita cristiana personale e parrocchiale: una riflessione

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Estate e vita cristiana personale e parrocchiale: una riflessione

Con la conclusione dell’anno scolastico anche le parrocchie si adeguano al ritmo scolastico: praticamente tutto cessa, le aule di catechismo chiudono i battenti, i ragazzi che hanno appena partecipato alla messa di Prima Comunione si congedano dalla Messa domenicale; qualcuno ancora partecipa alla Messa domenicale e un gruppetto ancora sostiene qualche canto. Lo stesso dicasi dei cresimati. Molte parrocchie organizzano le attività estive per ragazzi (Grest e o campiscuola) solitamente per metà/fine giugno fino a metà/fine luglio. Ancora resistono le feste patronali, con una prevalente organizzazione associativa/ricreativa, talvolta in difficoltà per il ridotto numero dei volontari che prestano l’opera certamente impegnativa. Rimane pure la celebrazione liturgica del Patrono con messa e processione. Qualche gruppo parrocchiale continua la ‘lectio biblica’, cioè meditazione della Parola di Dio domenicale, e forse qualche prova di canto. Continuano pure alcune attività caritative più semplici e di qualche urgenza, come consegna di cibo o di qualche vestito.

Tutto questo mi fa paragonare le parrocchie a ‘stazioni di servizio’ che assicurano, specie nel tempo estivo, i servizi minimi. Buona parte degli ‘utenti’, specie i ragazzi familiarizzati con i ritmi della scuola, si sentono esonerati dal continuare a nutrirsi settimanalmente di quella Parola e di quel Pane per il quale si sono preparati con un cammino di alcuni anni.

Forse si è trattato di troppi pochi anni per giungere a ‘gustare e vedere come è buono il Signore”, cioè ad apprezzare quella Parola e quel Pane che sono alimento necessario per vivere la vita da discepoli di Gesù attingendo da Lui sostegno e forza per affrontare le esigenze della vita cristiana coerente: “Quanto il Signore ci ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo”.

Si potrebbe invece pensare che in questi mesi potrebbe essere più facile immaginare le famiglie, genitori e figli, anche grandicelli (perché no?), partecipare alla messa domenicale, più curata anche dal sacerdote, forse meno preso nel periodo estivo (eccetto chi è impegnato nel Grest coi ragazzi stessi), e magari preparata meglio con un gruppo parrocchiale di animazione liturgica. Purtroppo sto usando i verbi al condizionale, verbi che esprimono un desiderio o un augurio più che una realtà.

E i giovani, che fino all’altro ieri hanno chiesto la ‘prima comunione’ e la cresima, dove sono? Forse genitori e preti abbiamo fatto passare un messaggio occulto che loro hanno ben capito: importante è giungere a quella tappa, tagliare quel traguardo, poi la corsa è finita; casomai basta ricomparire in chiesa in qualche occasione di festa di qualche amico o parente per quella celebrazione ben precisa, ben vestiti, pronti per il pranzo, attendendosi che il celebrante si sbrighi alla svelta. Non per tutti è così, ma per la maggioranza. Ma a Natale e a Pasqua e ai funerali di parenti e amici, certo che si partecipa più numerosi!

Meditiamo tutti, preti, genitori, ragazzi, giovani, giovani coppie…: quanto la Liturgia alimenta e converte la nostra vita, cioè la cambia in meglio, in senso cristiano, e la protegge da tutto ciò che può deturpare in noi il volto di figli di Dio?

+ Adriano Tessarollo