Considerazioni in vista della “Visita pastorale” (1)

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Considerazioni in vista della “Visita pastorale” (1)

Carissimi presbiteri, fedeli e cercatori di Dio della Chiesa diocesana di Chioggia, vorrei estendere il più possibile questi stimoli, in vista del triennio che ci sta davanti e che concretamente concluderà anche il mio ministero di vescovo di questa diocesi. Considero la visita pastorale come un’occasione di grazia per ritrovarci insieme un po’ più da vicino a condividere la fede e la reciproca conoscenza, per rianimarci e sostenerci per vivere da discepoli del Signore Gesù e condividere la sua missione nel ‘nostro’ mondo. Mi piacerebbe innanzitutto che condividessimo la gioia che nasce dall’annuncio del  vangelo, nel quale Gesù Cristo ancora torna a offrirci il suo amore che salva. Il suo passaggio possa fare rinascere la nostalgia di reincontrarlo in chi, dopo gli anni della fanciullezza o adolescenza, si fosse allontanato o l’avesse dimenticato, e infine, suscitare in qualcuno il desiderio di conoscerlo se ancora non l’avesse incontrato. C’è da augurarsi anche la riscoperta, come dice papa Francesco, di ‘liturgie vive’, nelle quali le comunità dei discepoli di Cristo possano sperimentare il dono grande della presenza del Signore nell’Eucaristia e il dono dello Spirito che ci apre all’amore del Padre e ci spinge ad amare i fratelli.

Quando ero parroco genitori e nonni mi dicevano: ‘Rev.do, si prenda cura dei nostri figli, dei nostri giovani, per loro siamo preoccupati’. Cari adulti, questo è possibile farlo solo insieme con voi. Comunque, particolare attenzione dedichiamo ai giovani, visto che nel 2018 ci sarà anche la XVª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che affronterà proprio il tema: “I giovani e la fede nel cambiamento d’epoca”. Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium scrive: “Anche se non sempre è facile accostare i giovani, si sono fatti progressi in due ambiti: la consapevolezza che tutta la comunità li evangelizza e li educa, e l’urgenza che essi abbiano un maggiore protagonismo” (n. 106). Il primo passo da compiere è l’ascolto: “Ogni volta che cerchiamo di leggere nella realtà attuale i segni dei tempi, è opportuno ascoltare i giovani… [Essi] ci chiamano a risvegliare e accrescere la speranza, perché portano in sé le nuove tendenze dell’umanità e ci aprono al futuro, in modo che non rimaniamo ancorati alla nostalgia di strutture e abitudini che non sono più portatrici di vita nel mondo attuale” (n. 108). L’ascolto e l’attenzione al mondo dei giovani sia tra le  priorità della visita pastorale, per individuare l’azione educativa che risponda alle loro domande di senso, senza separare la fede dalla vita. E’ utile che possiamo interrogarci insieme sulle vie attraverso le quali i giovani possano scoprire il progetto di Dio sulla loro storia personale e incontrino Gesù, luce per l’uomo, e il suo messaggio. Forse anche l’intera comunità parrocchiale,  sacerdoti, catechisti, educatori e animatori di gruppi, movimenti e associazioni giovanili,  genitori, possiamo dare il proprio contributo per suscitare il loro interesse al gusto della fraternità e solidarietà che nasce dalla fede. Forse questo richiede di “compromettersi” nelle diverse situazioni della loro vita e accompagnarli nel delicato percorso del discernimento perché camminino con serenità e fiducia verso il domani, senza temere che proprio la Chiesa rubi loro la gioia e la speranza, ma con la certezza che nella Chiesa possono trovare spazio e sostegno per la loro crescita umana, promuovendo con sapienza il loro protagonismo e il loro servizio per altri fratelli.

Gli uffici preposti potranno forse predisporre alcune domande stimolo, anche utilmente provocatorie, diffondendole, in vista di un incontro significativo programmato durante la Visita pastorale, proprio con i giovani della parrocchia o dell’unità pastorale o del vicariato, secondo che si riterrà più opportuno. Ce lo auguriamo tutti.

(1. continua)

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.34 – 10 settembre 2017