Gli eventi e la fede

adriano
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Gli eventi e la fede

In quest’ultimo periodo anche la nostra Chiesa si è trovata a vivere due eventi particolari. Il primo è stato la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), che ha messo in movimento verso Cracovia (Polonia) circa 1.800.000 giovani di circa 180 nazioni di tutto il mondo, cui si devono aggiungere circa 2.000 preti, 6/700 vescovi e pure una decina di cardinali (le cifre sono una mia valutazione approssimativa, non ufficiali), che volentieri hanno accompagnato i loro giovani. Anche la nostra diocesi si è fatta presente con una significativa presenza di giovani e di sacerdoti, compreso il sottoscritto. Si leggeva negli occhi di tutti una vera reciproca gioia di stare insieme, scambiarsi un saluto o una stretta di mano senza distinzione di età, categoria, popolo o lingua. Giovani che hanno pregato, cantato, ascoltato, comunicato, partecipato ai sacramenti, compresa la confessione. In questa manifestazione ho visto e incontrato la Chiesa “Una, Santa, Cattolica e Apostolica”, più vera e bella di quella delle beghe di vario tipo che mostrano l’odierna difficoltà del soggettivismo che prevale sul senso di appartenenza e di unità della Chiesa. La parola unità rimanda anche al riconoscimento di chi ha il compito di “congregare in unum”, di tenere unite le diversità nell’obbedienza al vangelo più che perdersi o peggio contrapporsi nella diversità delle forme o delle tradizioni. Mille modi per esprimere in serenità la medesima fede! È emersa l’anima della fede, incarnata in ‘corpi sociali’ diversi; lo stesso Cristo, ieri, oggi e sempre, vestito in tanti modi diversi, parlante in lingue diverse il linguaggio dell’amore che nasce dalla fede in Lui. Qualche frutto ricada anche nella nostra Chiesa.

Il secondo evento è stata la celebrazione dei 300 anni dell’Apparizione della Madonna a Pellestrina. Già l’itinerario dell’immagine della Madonna nelle varie chiese dell’Isola ha messo in movimento fisicamente moltissime se non tutte le persone dell’Isola, e non solo. Mi auguro che insieme alle iniziative e ai sentimenti ed emozioni interiori, culminati nella numerosissima celebrazione conclusiva davanti al Santuario, presieduta dal Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, con la presenza del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia e di un vescovo vicentino attualmente in una diocesi brasiliana, insieme al sottoscritto, oltre a numerosi presbiteri e autorità civili e militari, questi eventi possano segnare profondamente, per intercessione di Maria, nell’anno giubilare della Misericordia, una riviviscenza della fede e dell’amore nella nostra Chiesa diocesana e nelle comunità dell’Isola.

In questo tempo segnato da guerre che paiono locali, ma che in realtà coinvolgono mezzo, se non tutto, il mondo attraverso forme che generano dovunque contrapposizioni, violenze mortali e paure, Maria torni a far sentire dovunque, e anche su queste nostre terre, la sua materna e misericordiosa presenza di pace. Cosa può stare più a cuore a una mamma del vedere i suoi figli volersi bene, praticare il reciproco amore e rispetto, condividere con equità i beni del creato e quelli sociali ed economici, senza creare le profonde disparità di trattamento e di qualità della vita, causate da eccessi di ricchezza di pochi e dalla povertà e miseria di molti? Non possiamo guardare alla Madre senza guardare anche agli altri figli suoi che per questo ci sono fratelli. Da Gesù Lei ha imparato l’amore di Dio, Padre di tutti. Da Gesù ha avuto la consegna di essere anche Lei Madre di Misericordia, di rivolgere gli occhi suoi misericordiosi verso tutti.

+ Adriano Tessarollo

(da “Nuova Scintilla”, n. 31 del 7 agosto 2016)