Iniziazione cristiana e cura degli adolescenti

don adriano
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Iniziazione cristiana e cura degli adolescenti

In questi mesi primaverili, marzo-aprile-maggio-giugno i ragazzi della maggioranza delle parrocchie e Unità pastorali della nostra diocesi hanno ricevuto i Sacramenti della Cresima/Confermazione e della Comunione eucaristica unitamente nella medesima celebrazione eucaristica domenicale. L’età scelta è quella dei 10/11 anni circa (riferimento scolare, fine del primo ciclo della scuola primaria). Tale scelta, rispetto alla consuetudine da molto tempo in atto, rappresenta un anticipo del Sacramento della Cresima/Confermazione e un posticipo dell’ammissione alla Comunione eucaristica. Diversi genitori, alcuni catechisti e qualche bambino mi hanno chiesto il perché di tale cambiamento, anche perché in alcune parrocchie loro vicine tale scelta non viene condivisa. Come sempre, ci sono ragioni che motivano sia la scelta di conservare quanto fatto finora sia la scelta del cambiamento. Tocca a chi ha introdotto il cambiamento far conoscere le ragioni che hanno portato a tale scelta. Premesso che dell’argomento la nostra Chiesa, e non solo, si sta occupando ormai da diversi anni, le motivazioni che hanno indotto a questa scelta  sono principalmente tre.

La prima è che la  cresima/confermazione è da sempre posta in stretta relazione col battesimo, come riportato in tutti i documenti e definizioni ecclesiali e come sempre abbiamo imparato e continuiamo a insegnare: battesimo-cresima-eucaristia. Alla domanda: “Come si compie l’iniziazione cristiana”, il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica risponde così: “Essa si compie mediante i Sacramenti che pongono i fondamenti della vita cristiana: i fedeli, rinati nel Battesimo sono corroborati dalla Confermazione e vengono nutriti dall’Eucaristia (n. 251)”. Alla luce di questa autorevole indicazione, peraltro ormai abbastanza generalmente condivisa – i sacramenti dell’iniziazione cristiana sono il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Questi tre gesti sacramentali non sono però sullo stesso piano, in quanto l’eucaristia, “fonte e culmine” della vita e della missione della Chiesa, è la meta dell’iniziazione cristiana, mentre il battesimo e la confermazione sono tappe che a tale meta devono condurre, come lascia pure intendere il Catechismo della Chiesa cattolica a proposito dell’iniziazione cristiana. Dunque battesimo e confermazione sono considerati in prospettiva unitaria evidenziando il loro tendere verso l’eucaristia. La seconda ragione è di offrire ai ragazzi un maggior tempo per ritornare sulla catechesi battesimale, dato che quasi tutti hanno ricevuto il battesimo da ‘infanti’, e ora da bambini hanno bisogno di riappropriarsene il senso, attraverso il linguaggio e i riti della fede, comprendendo il carattere “incompiuto” del battesimo perfezionato attraverso il sigillo dello Spirito e finalizzato al suo culmine nella celebrazione dell’eucaristia. Questo tempo permetterebbe inoltre una più prolungata catechesi, di tipo mistagogico, del sacramento della penitenza e dell’eucaristia stessa. Infine la terza ragione riguarda l’attenzione pedagogica specifica da prestare all’età immediatamente successiva, quella della pre-adolescenza e adolescenza. Ci stiamo rendendo conto che le esperienze vissute in questa età sono particolarmente significative per le future scelte ecclesiali, spirituali e vocazionali del ragazzo e del giovane. In questo tempo l’adolescente va aiutato a ricostruire quel centro personale che si forma attorno ai valori di fondo riconosciuti come determinanti, come l’amore alla vita, la ricerca di felicità, la solidarietà, che sono i temi di cui si nutre la soggettività dell’adolescente. E’ ora per lui importante sentire chiamata in causa la sua decisione personale, la sua responsabilità per superare l’inquietudine propria dell’adolescente ed essere aiutato a trovare risposta ai suoi bisogni profondi e fare la scoperta del proprio io vero. Solo così scoprirà in Gesù e nel suo vangelo un punto di riferimento da conoscere e con cui confrontarsi, troverà nell’appartenenza alla Chiesa una comunità di serio e gioioso accompagnamento e gli si apriranno orizzonti per impegnare la propria esistenza in scelte coraggiose e significative. Non tutto è semplice, non ci sono ricette risolutorie, ma orientamenti di cui ho il coraggio di chiedere che, in nome dell’appartenenza a questa Chiesa diocesana, le comunità parrocchiali con i loro pastori e catechisti accolgano le indicazioni, che per quanto contingenti e per quanto non rappresentino l’unica opzione possibile in assoluto, possono offrire un’opportunità di rinnovato impegno di educazione alla fede per i nostri ragazzi in un cammino fatto in comunione.

Ci assistano e ci incoraggino i nostri santi patroni Felice e Fortunato che festeggiamo in questa domenica pomeriggio.  

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.23 – 11 giugno 2017