O sotto di noi o morte!

TESSAROLLO
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O sotto di noi o morte!

Mi si scuserà, ma non mi stanco di denunciare una palese ingiustizia! Questo Governo, partiti di maggioranza e Parlamento hanno fatto fuoco e fiamme per fare approvare certe leggi che riguardano qualche centinaio di persone (qualche decina in questi primi mesi, a leggere le statistiche). Adesso si presentano con un referendum su alcune riforme costituzionali e qualcosa altro… . Il tutto cavalcando diritti e risparmi! E’ da anni che migliaia di cittadini, anzi centinaia di migliaia di cittadini, famiglie e figli, chiedono il diritto della libertà e parità scolastica, senza aggravio per lo Stato, anzi con un grosso risparmio di almeno 6 MILIARDI di Euro l’anno (pensate che viene decantato che con il nuovo Senato si risparmieranno 100 MILIONI l’anno, supponendo che ciò sia vero e nell’attesa che la riforma vada in porto – si veda quella delle Provincie), e tutti questi cittadini e famiglie rimangono sempre inascoltati! In definitiva cosa si chiede? Si chiede che gli insegnati che fanno scuola a classi paritarie con lo stesso numero di alunni e con le stesse materie delle scuole statali siano pagati dallo stesso Stato a cui come tutte le altre famiglie questi genitori versano le tasse per avere gli stessi servizi come tutti. In più senza alcun aggravio per lo Stato, perché provvederebbero a gestirsi ambienti, materiali e tutte le altre attività libere e migliorative, sempre sotto controllo dello Stato, quindi con grande risparmio pubblico. I più ‘ideologizzati’ si nascondono dietro la postilla costituzionale ‘intoccabile’ che dice che i cittadini possono condurre tali scuole “senza aggravio per lo Stato”.

Ma se invece di spendere 6 miliardi per lo stesso servizio lo Stato spendesse 1 miliardo, sarebbe un aggravio o un risparmio? Mi pare che in questi decenni la Costituzione sia stata toccata in più parti, vedi lo stesso concetto di famiglia… o altro! Possibile che questa noticina che oggi viola la libertà che in tutta Europa e in quasi tutto il mondo è riconosciuta e finanziata, proprio qui in Italia, nella tanto decantata democrazia, con partiti che hanno vantato o anche oggi vantano il nome di ‘democratici’, non si possa ottenere quella liberà reale, che comporta un grosso risparmio per lo Stato, più che non lo sia la riforma del Senato? O ci sono le lobby anticattoliche, che oggi come a fine del 1800 (andate a rileggere i testi legislativi di allora) temono che ne abbiano vantaggio le scuole cattoliche? Tra contributi insufficienti e sempre in ritardo, anche di un anno, si vuole proprio farle morire queste scuole! Poi certo che se non ci sono i contributi pubblici per un servizio che è pubblico e di cui tutti cittadini hanno diritto perché hanno il dovere di pagare le tasse, si devono chiedere le rette alle famiglie! Scusate, ma i docenti non sono come gli altri e non hanno diritto o no a fine mese di essere pagati! A proposito, se nella scuola pubblica statale i docenti fanno sciopero, allora è un diritto che tutte le sigle sindacali vantano di difendere, se lo fanno quelli della scuola pubblica paritaria, i responsabili della scuola rischiano di essere incriminati di interruzione di servizio pubblico. E questa la chiamano giustizia e democrazia! E il bello è che anche i nostri parlamentari e senatori del Veneto, dove i numeri delle paritarie, specie dell’infanzia, superano di un bel po’ i 100 mila – salvo nobili eccezioni -, giocano contro di noi e si disinteressano delle famiglie e delle associazioni Genitori, inquadrati come sono nello schema ideologico classista. E poi magari fanno campagna perché a occhi chiusi votiamo “Sì” al referendum imminente. Certo, valuteremo criticamente il senso del referendum con pro e contro, e poi ciascuno in coscienza deciderà, ma mi aspetterei che pure loro aprissero gli occhi, pensando che non siamo tutti ‘storni’ (come si dice da queste parti) neanche noi! E’ vero che il contributo è stato elevato a 500 milioni, sperando che arrivi, ma con questi 500 milioni lo Stato evita di spendere circa 5,5 miliardi. Ci sono da aggiungere certo anche i contributi (di alcuni milioni) della Regione e dei Comuni, ma il resto devono aggiungerlo le famiglie. Qualche partito poi (che ormai è tale) e che vorrebbe andare per la maggiore, vorrebbe togliere anche questi pochi contributi, toglierci la libertà facendoci morire per inedia. Dai e dai ci stufiamo anche noi, ma non ci rassegniamo a perdere i diritti inalienabili della libertà di istruzione e di educazione, visto che ora la scuola statale vuole gradualmente imporre anche questa, sottraendola ai genitori.

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.36 – 02 ottobre 2016