Passate le feste…

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Passate le feste…

In queste festività natalizie ci siamo trovati nella situazione di avere avuto l’abbinamento delle tre festività Natale, Capodanno e Epifania precedute o seguite dalle domeniche. Qualcuno si è preoccupato di informarsi se c’era l’obbligo di andare a messa ogni volta due giorni consecutivi. Approfitto di questa situazione per proporre una riflessione per  noi cristiani cattolici proprio sulla partecipazione alla messa nelle  ‘feste’ e nelle  ‘domeniche’. 

Partiamo dalle domeniche e cerco di dirlo con semplicità sperando di riuscire a spiegarmi.

Le domeniche assicurano durante tutto l’anno l’incontro con chi condivide con noi la fede, il nutrimento della Parola di Dio che ci annuncia il senso profondo della nostra vita manifestatoci da Gesù Cristo e la partecipazione al dono stesso che è Gesù Risorto che si offre a noi nel segno del pane dell’Eucaristia.

Ha senso domandarsi se c’è obbligo di ricevere questi doni?

Una domanda come questa manifesta che non sappiamo ancora apprezzare la messa come “dono”. L’idea dell’obbligo nasce dal fatto che la Chiesa, come una mamma, dice al bambino che deve mangiare anche quando non ne ha voglia, per non compromettere la sua salute e la sua crescita. Così è della nostra fede, dalla quale scaturisce anche la speranza e la carità. Abbandonare questa “sorgente di vita” significa vedere raffreddarsi la fede e la vita cristiana, fino a rischiarne la ‘morte’.

E le altre feste?

La nostra fede fa riferimento alla storia di Gesù, del popolo di Dio, della Madonna, dei Santi. Ora queste feste non sempre ricorrono di domenica, ma in alcuni giorni fissi diversi dalla domenica. Ognuna di queste feste ha un sua fisionomia propria, ci parla di un aspetto particolare della nostra fede, della vita di Gesù o della  Madonna, o dei Santi. Quindi non è la stessa cosa della domenica, anche se molto vicina.

Man mano che  cresce la consapevolezza della nostra fede e il desiderio di conoscerla e viverla allora cresce anche il desiderio di non perdere il dono offerto nella celebrazione e partecipazione all’eucaristia domenicale e festiva.

Potrebbe essere opportuno parlare di più in famiglia e in parrocchia o nei gruppi del significato di questi doni che ci sono offerti, del perché di tanto disinteresse per essi da parte nostra, pur sentendoci ‘cristiani’, discepoli di Gesù Cristo, membri della sua Comunità, la Chiesa.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.2 – 14 gennaio 2017