Per stare uniti ci vuole almeno una ragione condivisa che prevalga su quelle non condivise.

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COMMENTANDO…

Per stare uniti ci vuole almeno una ragione condivisa che prevalga su quelle non condivise.

Son passati circa quattro anni da quando mando queste ‘schegge’ a “Nuova Scintilla”, che il direttore chiama ‘Commentando…’. In ciascun dei due titoli c’è del vero. Con ‘schegge’ intendo sottolineare che non affronto in maniera esaustiva un argomento, ma mando qualche stimolo. Una scheggia infatti è ‘pezzo’ di un corpo che esplode o che si stacca da un altro corpo, che può anche ferire, ma non necessariamente, perché essa può anche fallire l’obiettivo e cadere nella insignificanza. ‘Commentando…’ invece suggerisce maggiormente l’idea che l’oggetto di cui mi interesso sono fatti, opinioni o accadimenti che hanno a che fare con la vita, talvolta di tutti, o di qualche gruppo, o della Chiesa o di qualche personaggio. Nell’insieme sono parole e pensieri che riguardano appunto ciò che accade e che può anche ‘colpire’ in varie maniere il lettore o non interessare a molti. Certo si tratta di fatti o opinioni che mi stimolano o anche provocano a valutare in senso ‘critico’, cioè riconoscendo valori e limiti, quanto viene operato sia nella ‘nostra’ Chiesa che nel ‘nostro mondo’. Ogni volta mi propongo di allargare l’angolo di visuale nella ricerca di una sintesi coerente che possa interpellare il cittadino di questo Mondo, di questa Europa, di questo Stato, di questo territorio, il cristiano, il prete e il vescovo della Chiesa Cattolica. Devo dire che l’affrontare settimanalmente argomenti che toccano il vissuto, che presuppongono la scelta di un argomento fra molti possibili, che richiedono di soppesare molte ragioni, che comunque sempre richiedono rispetto per tutti, senza la pretesa di interpretare sempre tutto e tutti, richiede non poco tempo e discernimento.

Ogni tanto mi viene l’idea di ‘sospendere’ questo ‘pensare e offrire pensieri’. Mi piacerebbe di più se nascesse un ‘pensatoio’ cioè un ‘laboratorio di pensiero critico (teniamo sempre bene a mente che ‘critica’ significa ‘valutare valori e limiti’ di ogni pensiero e di ogni scelta) che possa offrire materia perché il lettore possa trovare ragioni motivate per un suo personale giudizio sui fatti e sulle scelte che riguardano la vita propria e altrui. Sarebbe questo un contributo all’esercizio della democrazia, alla crescita culturale e umana, e non un mercato dei consensi, fondato su interessi personali o promesse di interessi, ma invito ad assunzione di responsabilità per il bene comune.

In questi giorni mi sono molto interrogato su alcuni fatti che hanno tenuta occupata la cronaca e le riflessioni sui mezzi di comunicazione di ogni genere. In base a cosa la maggioranza dei votanti inglesi hanno scelto di uscire dall’Europa anziché di rimanervi? E gli altri perché non sono andati a votare? Quali motivazioni hanno spinto la maggioranza dei votanti che si sono presentati ai seggi negli ultimissimi ballottaggi nei comuni italiani? E gli altri perché non si sono presentati? Tutti e due i casi richiedono forse una valutazione maggiormente ponderata di quanto i più si sono precipitati a dire. E guardando ‘avanti’, quali ragioni vengono offerte per illuminare la scelta di chi a ottobre è chiamato a decidere se votare sì o no al referendum che verrà proposto all’Italia? Illuminare o pilotare la scelta? Come può la gente che tante volte è chiamata a esprimere il proprio decisivo consenso, fare percepire in maniera più articolata il proprio sentire a chi governa, in ogni ambito, da quello comunale fino a quello del governo centrale?

Spesso sembra interessare poco quanto proposto, perché paiono altre le cose che ci si aspetta, ma che non si riesce a far pervenire ai destinatari. Se i cittadini non possono ‘salire’ da chi governa, forse chi governa dovrà trovare il modo di ‘scendere’ da loro, non solo nel tempo e nel modo ‘classico’ della ‘Campagna elettorale o referendaria’, ma ‘in corso d’opera’, cioè mentre si può ancora operare concretamente.

Certo facile a dirsi, tuttavia non totalmente impossibile a farsi.

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.26 – 3 luglio 2016