Quale libertà?

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Quale libertà?

Di fronte al continuo attacco speculativo dei Mercati che ogni giorno alzano e abbassano a piacimento, senza alcuna stabilità, gli indici di valore e di rendimento e gli interessi richiesti per rifinanziare il debito che l’Italia ha accumulato in circa cinquant’anni, mi pare di capire che anche noi Italiani abbiamo perduto la nostra libertà, anche come nazione. Non l’abbiamo perduta a causa di guerre ‘militari’ ma a causa dei 2 mila miliardi di debito che ci troviamo ad avere nei confronti di creditori che chiedono interessi sempre più alti. Mi colpisce però il fatto che tutto l’apparato statale e politico continua a spendere sempre di più di quello che riusciamo ad avere a disposizione a prezzo di salatissime tassazioni. E mi stupisce che ancora ci siano partiti o gruppi politici o sociali

che scendono in piazza a gridare che non dobbiamo pagare le tasse, che ci sono dovuti stipendi più alti, pensioni abbondanti per tutti, senza mai sentire proposte serie su come ricomprarci la nostra libertà pagando i debiti, per non rimanere alla mercè dei Mercati e della cosiddetta alta Finanza speculatrice! Né ho l’impressione che cessi quella ‘corruzione’ che sembrava essere cosa della prima repubblica, ma che invece continua ancora alla grande e di cui ogni giorno abbiamo notizia, anche da parte di chi ha gridato tanto contro la prima repubblica. La via del cammino per riprenderci la libertà democratica è diversa da quella che ci viene ancora gridata nelle piazze e dalla propaganda politica. Chi ci chiama alle elezioni non deve ingannarci dicendoci che con loro pagheremo meno tasse, ma deve dirci come pagheremo i debiti accumulati negli anni in cui anche loro hanno governato, per riavere la nostra libertà, senza dipendere dai Mercati, dalla Finanza o dalla Germania. E se ci vengono indicate buone strade, le dobbiamo accettare: questa è responsabilità, senza curarci troppo di qualche centinaio di migliaia di persone che son sempre pronte a scendere in piazza, sempre per chiedere e mai per dare. (Adriano Tessarollo)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 24 giugno 2012