Riflessioni pre-pasquali perchè vera sia la nostra Pasqua

don adriano vescovo
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Riflessioni pre-pasquali perchè vera sia la nostra Pasqua

Qualcuno chiama la Pasqua il Big Bang della chiesa dal quale poi progressivamente si sono andate articolando le componenti della celebrazione del mistero cristiano nell’arco dell’intero anno liturgico. La ‘settimana santa’ riassume e annuncia nelle sue celebrazioni tutto il mistero della fede cristiana che abbraccia nelle sue linee essenziali il nostro presente e il nostro futuro. Il racconto della passione, morte e risurrezione del Signore è il racconto più lungo e dettagliato di tutta la vita di Gesù e si conclude con il racconto della risurrezione, che non va disgiunto da quanto precede. La liturgia della settimana santa si apre nella domenica delle Palme proprio col racconto della Passione e morte del Signore, riproposto poi il venerdì santo nella versione del vangelo di Giovanni. Pasqua è insieme passione e passaggio, e più lungo è il tempo riservato alla passione, la cui meditazione non va relegata al solo venerdì santo e in una prospettiva di lutto e cordoglio. Pasqua non è solo la festa della risurrezione, perché essa è immersione nel mistero di Cristo e cammino dietro a Lui e con Lui. Relegata alla sola festa della risurrezione, la Pasqua perderebbe la sua dimensione e consistenza reale, rischiando di non toccare davvero la realtà della nostra vita.

La prospettiva della risurrezione di Cristo e nostra dà l’orientamento al nostro vivere quotidiano e prospetta l’orizzonte della meta verso cui siamo incamminati, ma passione/morte/risurrezione insieme illuminano tutti giorni e le vicende della nostra vita. San Paolo così riassume lo stretto rapporto tra passione/morte e risurrezione: “Se con Lui moriamo, con Lui anche risorgeremo”. Con questa affermazione annuncia che ciò che ci attende dipende da come viviamo il nostro presente. Cosa sarà quel ‘morire con Lui”? La veglia pasquale è pensata come il momento culminante dell’iniziazione cristiana, come la “notte battesimale dell’anno”. Da lì inizia il cammino cristiano di immersione e partecipazione alla vita del Signore. La schiera dei neobattezzati, dal fonte battesimale veniva accolta in chiesa con la “liturgia della luce” e ammessa alla comunione eucaristica: questo rito rappresenta visivamente la Pasqua-passaggio dalle tenebre del peccato alla luce della grazia, per vivere col Signore, come Lui e con Lui l’obbedienza al Padre, testimoniando l’amore per Lui e per i fratelli, affrontando tutte le ostilità che la vita evangelica richiede, come ha fatto Gesù nel racconto della passione e in unione a Lui. Egli ha affidato la propria vita al Padre e atteso da Lui l’adempimento della promessa di vita eterna, come avvenuto nella Risurrezione. In essa ha trovato adempimento quanto il Figlio aveva chiesto (“liberami da quest’ora”), affidandosi a Lui (“nelle tue mani, Signore, affido la mia vita”). Se tutto questo diventa fede e vita anche per noi allora i sacramenti e la liturgia diventano verità e vita, e non rimangono teatro o solenne spettacolo che finisce con la stessa sacra rappresentazione. Allora diventa vero per noi quanto Cristo ha fatto: “per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo… patì…morì…fu crocifisso…è risorto il terzo giorno”! Allora anche il cammino quaresimale, nato originariamente come periodo di preparazione di chi ha deciso di immergere la sua vita in Cristo nel dono dello Spirito (battesimo, cresima) e divenire partecipe del dono che Cristo ha fatto di sé per liberarci dal peccato (“questa è la mia vita – corpo e sangue – donato per voi e per tutti per il perdono dei peccati”) giunge alla sua autentica conclusione. In questa logica la pasqua inizia o ripropone quella ‘vita nuova’ per la quale diventa reale anche il graduale passaggio “dalle passioni alla pratica delle virtù” (Origene). Culmine e Sorgente della ‘nuova vita’ (battezzati = rinati) è Gesù con la sua passione, morte e risurrezione rivissute nei Sacramenti, beneficiario è ogni uomo che si avvia per questo cammino, frutto è la vita rinnovata dallo Spirito, grazie al quale, come ricorda san Paolo (Rm 8,9-10), “apparteniamo a Cristo” o, come dice san Pietro, siamo con Lui partecipi della vita divina: “La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di Colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina… (2Pt1,3-4)”.  

Con l’augurio di vivere una buona e vera settimana santa, perché vera sia anche la nostra Pasqua.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.14 – 09 aprile 2017