Ripetere i riti o vivere la Pasqua?

vescovo
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Santa Pasqua 2018

Ripetere i riti o vivere la Pasqua?

Il Cristo, morto, non muore più. Il Cristo Risorto vive per sempre! E che c’azzecca con noi, direbbe qualcuno, celebrare oggi la Pasqua di Cristo? Perché continuare a celebrare la sua morte e la sua risurrezione avvenute una volta per sempre? Ecco la risposta: perché la Pasqua è un evento vitale che ci coinvolge, di cui non siamo spettatori ma partecipi, e destinatari. È per questa affermazione che ha senso anche rivolgere gli auguri pasquali.

I gesti della Pasqua di Gesù parlano a noi anche oggi e realizzano quel dono dato da Lui una volta per sempre, ma che diventa per noi attivo e presente nell’oggi della nostra esistenza quotidiana. A noi, oggi, Gesù ripete: “Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi”. Anzi ad ognuno Egli dice “Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con te”. Ognuno di noi si trova a vivere la condizione di Pietro, di Giovanni, di Giuda e degli altri apostoli. L’autoinvito di Gesù e la sua fiducia incondizionata ci danno coraggio e ci rinnovano interiormente. Il dono di Sé reso sempre attuale nel pane dell’eucaristia è il modo più bello e geniale per dirci che la sua vita rimane dono offerto a tutti e a ciascuno. Dono che ognuno di noi è invitato ad accogliere, ricambiando quel suo desiderio di mangiare la pasqua con noi. Dono col quale Egli ci dice che Dio ci ama “da morire”, con un amore che nulla può sopprimere. Anche il gesto della lavanda dei piedi fatta a ciascun apostolo, dice che Gesù ci raggiunge ognuno personalmente, toccandoci ognuno, chiamandoci per nome, accostando la fragilità e le ferite di ciascuno, per offrirci perdono e liberazione. Il Crocifisso continua a parlarci di un Amore senza limiti, un amore più forte d’ogni forza di morte. Le parole di speranza che Gesù rivolge all’uomo crocifisso, sofferente e morente come Lui, aprono orizzonti di speranza anche alle nostre sofferenze e alla nostra morte: “Oggi sarai con me in paradiso”. Celebrare la pasqua di Gesù significa accogliere il suo dono e l’impegno perché ai nostri giorni non vi siano più crocifissi e crocifissori, nessuno più rimanga indifferente o si lavi le mani o taccia davanti alle ingiustizie. Nella notte di Pasqua ci raggiunge l’annuncio e il dono che ci riempie di gioia e di meraviglia: il Cristo morto è risorto, coinvolge anche noi ad essere con Lui artefici di una storia sempre nuova. La celebrazione dei riti pasquali suscita in noi il desiderio e dona a noi la forza di offrire la nostra vita in dono, in unione al dono di Gesù. Da qui il mio augurio pasquale: che ognuno possa sempre più fare rivivere la presenza amorevole del Risorto tra gli uomini, in attesa dell’incontro con lui.

Buona Pasqua a tutti.

+ Adriano Tessarollo

Nuova Scintilla n.13 – 1 aprile 2018