Una robusta spiritualità per fare politica “da cristiani”

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Riflessioni e indicazioni del vescovo Adriano

Una robusta spiritualità per fare politica “da cristiani”

Mi ritorna alla mente che il beato Giovanni XXIII, quasi cinquant’anni fa nell’enciclica Mater et Magistra richiamava alcune condizioni per chi si volesse impegnare a operare nella vita pubblica e per il bene comune: essere “scientificamente competenti, tecnicamente capaci e professionalmente esperti” (n.77). Scriveva poi che il bene comune consiste “nell’insieme di quelle condizioni che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona” (Mater et Magistra n.35). A proposito poi dei cristiani impegnati in politica aggiungeva: “Ma si richiede nello stesso tempo che svolgano quelle

attività nell’ambito dell’ordine morale” (n.78) e “nelle loro attività temporali sia presente la fede come faro che illumina e la carità come forza che vivifica” (n.79). Ai cristiani, uomini e donne, che si impegnano in politica, dunque, è richiesta dedizione al bene comune, grande forza morale per non cedere a interessi di parte; rispetto di ogni persona, con la disponibilità a collaborare con ogni altra forza che lavori per l’autentico bene comune; intelligenza politica per discernere le priorità tra le urgenze sociali e i problemi da affrontare “oggi”, un’attenzione privilegiata a chi socialmente si trova in maggiori difficoltà, una “vista lunga”, per leggere dentro la complessità della storia i segni dei tempi nuovi e coerenza con la perenne attualità dei valori. Il cristiano ha il dovere di partecipare alla vita pubblica, ma a certe condizioni. Sarebbe da augurarsi che partiti di ispirazione cristiana e singoli, facessero riferimento a questi criteri per avere una classe politica degna di tale nome. E ci auguriamo che la legge elettorale permetta ai cittadini di scegliere uomini e donne per le loro qualità e non perché fanno parte della cordata scelta dal “Capo” e sostenuta dalla costosa propaganda elettorale.

Un piccola nota: qualche tempo fa avevo citato il Senatore della Lega Stiffoni per la infondata violenza diffamatoria con cui parlava a Radio 24 contro la Chiesa per via dell’ICI: questo signore ha dovuto lasciare incarichi e partito per via di gestione allegra di rimborsi elettorali, rimborsi superabbondanti, cui i partiti si ostinano a non rinunciare; né pensano, almeno, a ridurli!

+ vescovo Adriano Tessarollo

 

 

da NUOVA SCINTILLA 18 del 6 maggio 2012