Rappresentare al vivo Gesù Cristo
Cattedrale di Chioggia, 11 giugno 2012. Omelia del vescovo diocesano mons. Adriano Tessarollo nella solennità dei Santi Martiri Felice e Fortunato e Ordinazione presbiterale di don Matteo Scarpa
Carissimi sacerdoti e fedeli della Diocesi di Chioggia, siamo ancora una volta (per me la quarta) qui riuniti nella nostra Chiesa Cattedrale per onorare la memoria dei nostri Santi Patroni, i Martiri Felice e Fortunato. Il loro martirio è stato il prezzo della coerenza della loro adesione a Cristo, fede non nascosta, né tantomeno rinnegata di fronte alla minaccia della morte, perché ancorata saldamente alla speranza della vita eterna promessa da Cristo ai suoi servi ed amici. Dai nostri Patroni invochiamo oggi per la nostra Chiesa di Chioggia il coraggio e la forza di una fede coerente a fronte del rischio di far convivere le esigenze severe del Vangelo di Gesù Cristo con l’accettazione di tutti quei compromessi che il modo di pensare e di agire di questo nostro tempo (cultura contemporanea) ritengono compatibili con una vita umanamente onesta e addirittura cristiana. C’è bisogno oggi che la nostra Chiesa sia fatta di preti, religiosi e laici profondamente retti e onesti nell’ambito dell’impegno personale di ciascuno, familiare, sociale, politico ed ecclesiale. Abbiamo bisogno di alzare il nostro sguardo verso l’orizzonte che ci dischiude la Promessa di Gesù, per non operare nel presente, presi da passioni e interessi principalmente, se non esclusivamente, terreni: Santi Felice e Fortunato implorate per la nostra Chiesa locale, in comunione con tutta la Chiesa, una rinnovata forza testimoniale della vita evangelica.
Questa nostra solennità è allietata dalla Ordinazione presbiterale del diacono Matteo Scarpa. Vorrei che oggi, caro don Matteo, e con te anche noi, vescovo e presbiteri tutti, ci mettessimo insieme di fronte alla grazia del ministero a te oggi donata e data a ciascuno di noi, ripensando noi stessi alla luce della pagina del vangelo che abbiamo appena ascoltato: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. Questo detto del Signore Gesù è rivolto a chiunque accetta di mettersi alla sua scuola, di diventare cristiano e uniformare sempre di più la sua vita a Cristo secondo gli insegnamenti del vangelo. Noi presbiteri dovremmo sentirci in stretta unità sacramentale ed esemplare con i fedeli che appartengono con noi alla stessa Chiesa, fra i quali siamo posti come ministri, cioè a servizio della loro vita spirituale alla scuola di Cristo. Le nostre parole siano sempre le parole di Gesù, i nostri gesti quelli di Gesù, la nostra vita sia fedele riflesso della vita di Gesù. San Paolo poteva dire ai cristiani della Galazia che avevano aderito alla fede per mezzo della sua predicazione che, per mezzo di quella sua presenza fra di loro, ai loro occhi “fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso!” (Gal 3,1). Come sarebbe bello, confratelli presbiteri, se la nostra vita fosse un rappresentare al vivo Gesù Cristo agli occhi del mondo, così che il mondo sia invogliato ad aderire a Cristo Signore. Noi sacerdoti, partecipi della mediazione di Cristo Sacerdote, siamo chiamati a parlare a Dio degli uomini – Cristo è sacerdote “sempre vivo per intercedere per noi”(Ebr 7,25) – e a parlare agli uomini di Dio, senza paura di servire i fratelli nel modo in cui Cristo e la Chiesa ci chiedono di servirli.
E come i nostri santi Patroni siamo chiamati ad essere testimoni dell’eterno nel tempo, camminando nelle strade della storia con lo stile di Cristo Pastore, Maestro e Servo, facendo del bene a tutti.
Caro don Matteo, mentre entri nel nostro presbiterio, quale giovane forza e ricco di entusiasmo, noi tutti oggi preghiamo perché tu sia sempre fedele ai tuoi nuovi impegni di presbitero, geloso della tua vocazione e del tuo dono, vivendo sempre con gioia il dono ricevuto. E preghiamo perché altri giovani, seguendo anche il tuo esempio, si decidano a donare la loro vita nel servizio presbiterale a questa Chiesa che comincia a soffrire la carenza di presbiteri che siano vicini alle comunità sparse nel territorio della nostra Diocesi.
Tutto questo chiediamo tutti insieme con te e per te, per intercessione anche di Maria Madre di Cristo, nostro Sommo ed eterno Sacerdote. Amen. (+ vescovo Adriano)
da NNUOVA SCINTILLA 24 del 17 giugno 2012