Speciale INCONTRA VOCAZIONI
Rispondere all’amore si può. Lo stupore dell’incontro
Le riflessioni del vescovo Adriano Tessarollo. L’amore, coniugato con la dignità e la libertà
(Veglia vocazionale con il vescovo il 26 aprile alle ore 21 a S. Giacomo)
‘Rispondere all’amore!’. Cosa vuol dire rispondere all’amore? Quando uno si sente amato? Basta che uno ti mostri simpatia per dire che ti ama? E se ad un certo punto la simpatia passa, finisce l’amore? Basta che uno ti inviti ad una festa perché si possa dire che ti ama? Basta che un uomo o un donna ti proponga una temporanea avventura sentimentale per dire che davvero quello è amore? Accettare quella proposta significa rispondere all’amore?
Io penso che l’iniziativa di amore sia proposta incondizionata di unire la tua vita a quella dell’altro, senza condizioni, senza misurare se l’altro, come un paio di scarpe, ti calza bene, se non ti stringe in alcun modo. Con le cose si può prendere come criterio quello del ‘mi piace’ e ‘finché mi piace’, altrimenti le butto e le cambio. Non così con le persone.
E Dio tratta da persone coloro che chiama, rispettandone la dignità e la libertà
Nella Bibbia abbiamo diverse persone che raccontano di come si sono sentite ‘amate’ dal Signore e di come essi hanno risposto alla sua proposta d’amore.
Questi racconti sono solitamente definiti ‘racconti di vocazione’.
Ne ascoltiamo uno:
“Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce,
ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni”.
Risposi: “Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane”.
Ma il Signore mi disse: “Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro
a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti”. (Ger 1,5-8).
Un giovane di nome Geremia, dopo che da qualche anno aveva svolto la missione di portatore della Parola di Dio tra la sua gente (profeta), entra in crisi e non vorrebbe più continuare. Quella missione gli sta procurando fastidi, rifiuti e persecuzioni vere e proprie da parte della gente cui si rivolgeva, persino da parte dei suoi familiari. Quante notti ha passato per maturare una scelta e dire: “”Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!” (Ger 20,9). Ma ecco che mentre medita queste cose si accende nel suo cuore una luce che lo porta a comprendere in profondità ciò che ha vissuto finora e che ora sta vivendo. Perché ha fatto quella scelta? È stata una sua iniziativa, che ora decide di abbandonare? Ecco come il Signore gli fa comprendere la sua scelta: “Prima di formarti nel grembo materno, io ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, io ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni”. Ma guarda un po’! È stato Dio che mi ha scelto, che mi ha destinato a questa missione, che mi ha fatto suo portavoce, fidandosi di me, ancora giovane e neanche tanto buon parlatore! Però egli ha sentito tutta la forza rassicurante di Dio a fronte del compito che gli affidava: “Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti”. Geremia ha capito dunque che quella ‘chiamata’ era per Dio stesso un impegno a ‘stare con lui’ in ogni nuova situazione bella o brutta che avesse incontrato.
L’amore di Dio è proposta che manifesta fiducia, stima, coinvolgimento, offerta di compagnia, sostegno, fedeltà. Tutta questa fiducia e amore offerti ancora prima di essere ‘provati’ desta certamente sorpresa e stupore. Il giovane Geremia risponde: “”Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane”. Ma ecco la sua risposta a quell’atto di fiducia e di amore: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre (20,7); Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore…” (15,16)
Anche una ragazza di Nazaret, di nome Maria, di fronte alla inattesa dichiarazione di stima e d’amore del Signore “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te… Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,28-30) e all’impensabile proposta: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,31), rimane stupita e meravigliata. Ma anche la sua risposta è stata: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).
Vocazione è incontrare il Signore, come Samuele, come Isaia ecc… Come gli Apostoli, come san Paolo… e sentirsi scelti e inviati perché amati. Ma vocazione è insieme rispondere, se pur stupiti della proposta, al suo amore, contando fortemente su quell’amore, come scrive san Paolo: “So infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato”(2 Tm 1,12).
Anche oggi a ragazzi, ragazze, giovani e adulti il Signore continua a proporsi e a proporre l’amore da vivere in tanti modi. Speriamo di non meritare anche noi i rimproveri, ricordati dai profeti Isaia, ”Io avevo chiamato e nessuno ha risposto, avevo parlato e nessuno ha udito”(Is 66,4), e Geremia, “Ho parlato loro e non mi hanno ascoltato, li ho chiamati e non hanno risposto” (Ger 35,17).
Apriamo allora senza paura orecchi e cuore al Signore che chiama e rispondiamo al suo amore.
Egli ci stupirà!
Saluto e benedico tutti.
+ vescovo Adriano Tessarollo
da NUOVA SCINTILLA 16 del 22 aprile 2012