A proposito di riforme, quale democrazia?

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Commentando… (del vescovo Adriano)

A proposito di riforme, quale democrazia?

Da una parte Renzi e il suo governo che vogliono portare in porto qualche riforma, dall’altra Camera e Senato che in vari modi e maniere pongono infiniti ostacoli. E’ vero che le riforme vanno pensate bene, perché una volta fatte possono diventare un danno anziché un beneficio. Pensiamo alle cosiddette tutele e privilegi parlamentari che qualcuno ha pure votato e ora diventano una palla al piede per cui quei privilegi nessuno li può toccare, se non loro stessi, che di toccarli non ne hanno proprio alcuna voglia! Purtroppo veniamo da un lungo periodo (oltre cinquant’anni) in cui corruzione e interessi dei partiti sono diventati ‘cultura’, cioè modo accettato e preteso di agire e anche di pensare.

Si è realizzato tra noi il detto che “se non si vive come si pensa, si finisce di pensare come si vive”. Per troppo tempo maggioranze e opposizioni, a parte le dichiarazioni verbali e spesso verbose, hanno trovato l’accordo nella condivisione e spartizione di interessi e privilegi! Ora questa prassi, cioè questo modo di agire è diventato cultura, cioè modo anche di pensare. Vediamo che poco o niente servono gli interventi sporadici e sempre ‘dopo’ su fenomeni detti di corruzione, ma in realtà è tutto il sistema economico-amministrativo e purtroppo legislativo che ‘funziona’ così. E sono tanti che si trovano coinvolti in questo sistema, ma pochi che vengono ‘presi e puniti’. E molto spesso non sono sempre i ‘pesci più grossi’ ad essere presi e a pagare. Questi trovano sempre o quasi il modo di uscirne, o di limitare i danni, o addirittura di rimanere in sella al loro potere. I ‘pesci piccoli’ sono quelli che pagano e così si dà alla gente l’impressione che tutto è stato ‘ripulito’ e che giustizia è stata fatta. Ma tutto continua come prima. Ci si è riempita la bocca di ‘seconda repubblica’, dopo la famosa battaglia di ‘mani pulite’. Ma qual è la novità della seconda repubblica? E’ diminuita la corruzione? Sono diminuiti gli scandali? Sono diminuiti i privilegi? Sono diminuite le imposizioni fiscali? E’ diminuito il debito pubblico? Tutte le leggi e i provvedimenti che dovevano attuare una migliore giustizia distributiva, ridurre gli sprechi e privilegi, sono stati tradotti in decreti attuativi o sono ancora là in attesa di essere applicati o in attesa di decadere, se non già decaduti? I dirigenti di tutte le amministrazioni favoriscono o ostacolano l’applicazione delle leggi che hanno tenuto banco a lungo in parlamento, nelle regioni e nei comuni? Viene spontanea una domanda: ci sarà qualcuno o qualche governo che riuscirà a porvi rimedio, o in nome della ‘democrazia’ continua nella nostra Italia l’ingovernabilità di fatto, dominata di fatto dalle oligarchie varie e dalle lobby più potenti di vario genere che dominano anche in parlamento?    ( Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 30 del 27 luglio 2014