Ama e serve Cristo nel suo Corpo (Corpus Domini) chi ama e serve l’uomo

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Ama e serve Cristo nel suo Corpo (Corpus Domini) chi ama e serve l’uomo

Supponiamo che sia vera l’espressione di Madre Teresa di Calcutta: “Mi è difficile credere che la gente possa vedere il Corpo di Cristo in un pezzo di pane e non lo possa vedere nelle persone, negli uomini e nei volti”. Supponiamo che sia vera pure l’espressione: “Non so se chi ama Dio, ami l’uomo. Ma so che chi ama l’uomo, ama Dio” (vedi 1 Gv 4,12: “Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi”; come pure 4,20: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”). Noi oggi celebriamo la festa del Corpo e del Sangue del Signore, festa che vuole richiamare e celebrare la presenza di Cristo nel segno del pane eucaristico. In questa parte dell’anno liturgico vengono ammessi alla prima comunione i bambini delle nostre comunità parrocchiali, festa che celebriamo con tanto di fiori, di addobbi, di vestitini e tanto altro.

Abbiamo impiegato del tempo e delle attenzioni per portare i bambini ad avere una qualche consapevolezza che nell’Ostia che ricevono e che portiamo in processione e viene conservata nel tabernacolo c’è Gesù. È altrettanto importante aiutarli tutti a prendere consapevolezza che il Corpo del Signore è la Chiesa, cioè l’assemblea fatta di uomini e donne, grandi e piccoli, ricchi e poveri, riuniti nell’ascolto della Parola di Dio e in preghiera. Magari, quando nelle solennità si usa l’incenso, si può fare notare che con esso si incensa l’eucaristia, la croce, l’altare, il vangelo, il ministro e l’Assemblea. Perché? Perché tutti questi sono segni della presenza di Cristo e vanno onorati come tali. Corpo di Cristo è il pane consacrato, ma Corpo di Cristo sono anche le persone, gli uomini, le donne. Da qui dovrebbe conseguire un altro passaggio: oltre a credere che l’Eucaristia è Gesù Cristo presente nel segno del pane, e quindi onoralo e rispettarlo, bisogna passare poi anche ad accogliere la sua Parola, ad amare le persone riconoscendo in esse il volto e il Corpo di Cristo. Gli uomini e le donne sono creature a immagine di Dio, dicono le antiche Scritture. Gesù addirittura ci identifica con se stesso, figli dello stesso Dio e Padre e ‘fratelli’ per la nostra unione con Lui. Dunque siamo tutti fratelli e sorelle, siamo tutti ‘prossimo’ gli uni degli altri, anche se separati dalla distanza, dalla cultura, dalla religione o dalla razza. Se tutti ci amassimo concretamente e con equità e giustizia, il mondo sarebbe più pacifico. Tante volte mi sorge la domanda: cosa di meglio possiamo fare, oltre che pregare, per iniziare alla fede autentica e vera nell’Eucaristia tutti quei ragazzi e ragazze che alla Chiesa sono affidati? Ci possiamo consolare dicendo che è già molto quello che facciamo, ma vediamo anche che molto ancora resta da fare, da cercare e da offrire, specie per noi vescovi e preti per primi, consacrati per ‘consacrare, servire e amare’ il Corpo del Signore, unitamente a tutti i cristiani laici possiamo davvero amare e servire e insegnare ad amare e servire il Corpo del Signore che è l’Eucaristia, la Chiesa, l’Umanità, gli uomini e le donne, tutti amati ugualmente da Dio, che per tutti ha donato il suo Figlio. Forse impareremo a non dividere il Corpo di Cristo in “i nostri” da arricchire, amare, privilegiare e “gli altri” dei quali disinteressarci o da criticare, derubare e imbrogliare.                                                  (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 22 giugno 2014