Anno nuovo, vita nuova!

vescovo-adriano
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Anno nuovo, vita nuova!

Mi torna alla memoria in questi giorni la predicazione del mio vecchio parroco, che dall’alto del pulpito ai vespri del primo giorno dell’anno, dopo avere dato il resoconto parrocchiale dei nati e dei morti, iniziava la catechesi ripetendo più un ‘mantra’: “Anno nuovo, vita nuova”. Ad esso, poi, faceva seguire gli ambiti nei quali ci si sarebbe dovuti impegnare per fare “vita nuova” o per rinnovare la vita nelle famiglie e nella comunità parrocchiale. Talora entravano anche ambiti della vita sociale e politica (parlo degli anni 1954-1958 quando avevo 8-12 anni ed ero chierichetto). Pur essendo anni nei quali erano ancora pesanti le conseguenze del dopoguerra e le condizioni economiche generali costringevano quasi tutti ad una vita non solo sobria ma austera sotto tutti i punti di vista, mai sentivo parlare di lamentele per le difficili condizioni economiche. I punti forti erano altri e riguardavano la vita morale e onesta nelle famiglie e nel sociale, si metteva in guardia dal trascurare la messa domenicale, la catechesi pomeridiana domenicale con il canto del vespero e la solenne benedizione eucaristica, l’esortazione ai genitori che assicurassero la frequentazione dei figli al catechismo e alle ‘conferenze’ dell’Azione Cattolica secondo le varie fasce di età, l’osservare più scrupolosamente il riposo festivo (santificare la domenica e le feste comandate). Particolare attenzione dovevano dedicare i genitori a vigilare sulle loro figlie e figli nel periodo del fidanzamento. Fare vita nuova significava non abbandonare tutte quelle pie pratiche, quegli insegnamenti e quelle condotte di vita. Sono passati circa 60 anni da allora, visto che io allora avevo circa 10 anni e in quest’anno vado per i 70 anni.

Mi chiedevo in questi giorni: cosa potrebbe significare oggi “vita nuova”? Di quale rinnovamento c’è bisogno, e come può essere inteso questo rinnovamento? Mi piacerebbe rivolgere la domanda ai lettori di questo settimanale, ora sia cartaceo che ‘on line’. Cosa vuol dire per il cristiano e per la Chiesa oggi ‘rinnovamento’? Papa Francesco ce la sta mettendo tutta per aprire a pensieri e pratiche che riportino alla genuinità della vita evangelica. Per noi cristiani innovare significa ritornare alla sorgente perenne della vita evangelica: alla Parola di Dio ormai pressoché sconosciuta ai più, che pur si dicono cristiani; alla vita sacramentale che la maggioranza dei cristiani abbandonano parzialmente o totalmente appena varcata l’adolescenza (vedi s. Messa, Comunione, Confessione, Sacramento del matrimonio, preghiera quotidiana, disponibilità ad accogliere la chiamata al ministero sacerdotale e alla vita consacrata); pratica delle esigenze evangeliche di giustizia, di carità, di solidarietà, di onestà e rettitudine nella vita sociale, politica ed economica… . Penso che anche noi vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose abbiamo bisogno di un grande rinnovamento evangelico della nostra vita. Mi auguro che il Giubileo della Misericordia diventi occasione per tutta la Chiesa di incontrare la Misericordia del Padre, di rispecchiarsi in quella Misericordia e di diventare nel nostro mondo trasparenza di quella Misericordia.

+Adriano Tessarollo