Aula studio del Seminario: qualche riflessione

TESSAROLLO
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Aula studio del Seminario: qualche riflessione

Ricorre in questa domenica il 25.mo anniversario dalla morte di don Agostino Bonivento. In occasione del 20.mo anniversario, quindi cinque anni fa, è nata l’idea di valutare l’ipotesi che la Chiesa di Chioggia potesse offrire un ‘servizio culturale’ ai giovani di Chioggia, facendo rivivere, magari in forma ‘aggiornata’ quel servizio che don Agostino aveva promosso anche a livello nazionale attraverso la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). L’idea metteva assieme anche l’iniziativa dei Giovani Lyons che volevano pure promuovere un servizio ai giovani di Chioggia facendosi promotori di un luogo di studio e di incontro per loro. Detto fatto, in pochi mesi, con l’impegno del Seminario diocesano e dei Giovani Lyons e altri sponsor, si è attrezzata un sala del Seminario e poi gradualmente una seconda perché potessero prestarsi a questo servizio. Non mi soffermo su tanti particolari, ma qualche annotazione mi sento di farla, invitando magari altri interessati ad aggiungerne altre. E parto dalle più banali.

Per quelle aule ci passo più volte al giorno, dato che vado a pranzo e a cena in Seminario. Mi meraviglio nel vedere luci accese senza necessità, luci che rimangono accese anche quando gli studenti lasciano le aule, senza che manco venga in mente a nessun di loro di spegnerle. Mi domando: ma questi giovani sanno da dove proviene quell’energia elettrica? Hanno un po’ di coscienza ecologica? E poi sanno che essa ha un costo che viene pagato con le piccole offerte di donatori sempre più in diminuzione? Sanno che autogestione significa che ognuno deve prendersi cura? Mi chiedo se il “tutto gratuito” sia educativo, o se non abitui all’idea che tutto arriva ‘a costo zero’!  Ma, e questa è la cosa più ancora importante, ho cercato di dare qualche stimolo ai responsabili per offrire anche qualche proposta sia di cultura e formazione religiosa o anche di riflessione e formazione sociale significativa per i giovani della nostra città. Di fatto il risultato è stato nullo, né qualcuno si è mostrato interessato. Anche quei giovani che all’inizio parevano interessati all’iniziativa, sono praticamente scomparsi. In ultima analisi mi pare che l’interesse sia quello di avere un luogo in cui poter studiare, luogo offerto gratuitamente, per il quale non ci si sente minimamente responsabili, che si trova sempre e comunque in ordine e disponibile, magari con un numero maggiore di ore e giorni di apertura. Certo anche questo è un servizio agli studenti, è luogo di incontro, di possibilità di studio anche condiviso e altro. E tutto questo non è poco, forse troppo poco rispetto alle attese per cui é nato. Pare che agli utenti interessi principalmente o esclusivamente un luogo, con massima disponibilità di utilizzo individuale o concordato tra amici, a costo zero per l’utente ma non per l’offerente. Pensiamoci, sia da parte degli utenti come da parte dei gestori, se sia il caso di proseguire ed eventualmente a quali condizioni. Avanti dunque con le proposte che giustifichino e permettano la continuità di questo servizio, attraverso la partecipazione attiva e il contributo degli utenti stessi. 

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.27 – 10 luglio 2016