Cambierà la musica?

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Cambierà la musica?

È certo che almeno circa i nomi delle ‘dirigenze’ qualcosa sta cambiando, ma la musica di tutto il complesso politico-amministrativo sta cambiando? Speriamo che non si avveri ancora una volta quanto mi diceva una volta un anziano signore commentando il cambio di classe dirigente dopo le elezioni che portavano in parlamento e al governo una nuova classe politica. Egli si serviva delle parole del canto “Di qua di là del Piave ci sta un’osteria”. Per coloro che avevano perso le elezioni e che uscivano dal Governo e dal Parlamento egli diceva che uscivano cantando “E dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto…” ; invece per quelli che entravano diceva che cantavano contenti: “La c’è da bere e da mangiare ed un bel letto per riposar…”.   Certo, è giusto che ci siano le condizioni perché, in teoria almeno, ci sia la possibilità per tutti, anche per i

poveri economicamente, di accedere alla politica, ma non è necessario che chi entra in politica ne esca comunque per sempre arricchito e privilegiato oltre misura. E non è neppure necessario che chi per un tempo assume il servizio politico-amministrativo, certo impegnativo e gravoso per chi lo fa bene, si comporti da ‘amministratore disonesto’ per dirla con il vangelo di Luca cap. 16, che si ‘procura amici con la ricchezza altrui’. Lo dico in riferimento al fatto che leggevo in questi giorni come permangano una quantità di enti costosi e inutili o mal gestiti i cui responsabili rimangono comunque sempre ben retribuiti e premiati, e che sono stati lì collocati spesso non per competenza ma per ‘appoggio’ di chi ha il potere di farlo. Leggevo pure dei costi sempre enormi dovuti alla eccessiva abbondanza, non di lavoro, ma di posti di lavoro nelle istituzioni politico-amministrative, che non solo non diminuiscono ma addirittura sembrano aumentare: in questi uffici e istituzioni non si perdono mai posti di lavoro, anzi aumentano, e i soldi si trovano sempre! Riporto dal Gazzettino questi dati: “144mila tra parlamentari, ministri e amministratori locali, 24mila consiglieri delle società pubbliche, 45mila negli organi di controllo, 39mila di supporto agli uffici politici, 324mila di apparato politico, i cosiddetti ‘portaborse, e, infine 545mila che hanno contratti di consulenza o incarichi”. E aggiungo: quanti sono poi coloro che, per aver svolto per un periodo più o meno lungo, un servizio pubblico, percepiscono poi per tutta la vita compensi, vitalizi, pensioni al di sopra di ogni ragionevole bisogno ed equità sociale, pagati quindi con le tasse inflitte in maniera sempre crescente a ogni cittadino, molto e molto più povero di loro? Finché non cambia questa musica sarà difficile dare credibilità sia ai vecchi dirigenti come anche ai nuovi arrivati. Aspettiamo con fiducia questi nuovi e significativi (non solo fumosi e apparenti) segni di speranza e di vero rinnovamento.   (+ vescovo Adriano)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 48 del 22 dicembre 2013