Da parte della gente: cose reali!

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Da parte della gente: cose reali!

Ogni inizio apre lo spazio alla fiducia e alla speranza. Si parla della ‘grazia degli inizi’. La guida di un Comune o di una città non dipende unicamente da una persona o da un piccolo gruppo di ‘eletti’. Dipende invece da molti fattori. Ne elenco alcuni, con l’intento di aprire ulteriori orizzonti di speranza.

In primo luogo la classe ‘burocratica’. Col termine “burocrazia” si intende l’insieme di apparati e di persone alle quali è affidata, a diversi livelli, l’amministrazione di uno Stato, di un Comune o di qualsiasi ente, anche non statale. Questi apparati, alle dirette dipendenze dello Stato o di qualsiasi Istituzione, dovrebbero garantire l’esercizio del potere e della volontà del legislatore. Talvolta o anche spesso, invece, come ebbe a scrivere un autore già due secoli fa, la crescente potenza dei funzionari pubblici nella vita politica e sociale è tale da configurarsi come una vera e propria forma di «governo dei funzionari», spesso in grado di rendere inefficiente o quantomeno rallentare di molto, l’azione amministrativa dello Stato, o di ogni altra Istituzione. Questa sorte può toccare anche ai Comuni, alle Regioni, Provincie e quant’altro. Potrebbe capitare specie se l’apparato burocratico non sta dalla parte di chi è stato eletto dalla maggioranza. Questi apparati poi sono quasi sempre ‘intoccabili’ e attraverso la quantità di regole minuziose possono bloccare tutto ciò che non vogliono fare passare, o rallentarne i percorsi, mortificando spesso la libertà dei singoli.

In secondo luogo i gruppi o le persone che formano la maggioranza. Talvolta, ma speriamo non troppo spesso, ogni parte politica o persona, ci tiene a mostrare che ha potere o vuole servirsi del potere più che servire per mezzo del potere che gli è stato conferito. Allora tra chi dovrebbe collaborare nascono dissidi, ostruzionismi, sgambetti, rotture e quant’altro. Anziché operare unitariamente per tutto il tempo previsto e con i necessari provvedimenti e le decisioni utili al bene comune, si passa a rallentare o boicottare il tutto, giungendo magari alla rottura dei patti proposti ai cittadini.

In terzo luogo le opposizioni. Le opposizioni o Minoranze hanno il compito di controllare che siano tutelati i diritti e gli interessi della cittadinanza, apportando alle proposte della Maggioranza i propri contributi e miglioramenti che assicurino il bene di tutti e le attenzioni ai più deboli e che la Maggioranza dovrebbe accogliere in un dialogo costruttivo. Si innesca invece un processo teso ad ostacolare ogni proposta, a fare di tutto per fare andar male le cose, col fine così di preparare presto o tardi “l’assalto alla diligenza”. Si rallenta così o si blocca ancora il processo di sviluppo e di crescita tanto atteso.

A rimetterci è comunque sempre il cittadino e la Città e il Comune che si aspettano attenzione e sollecitudine dai funzionari di ogni Ufficio e attendono la realizzazione tutti quei provvedimenti che attengono al bene comune, con l’apporto aperto positivo di tutti e non con le guerre sotterranee di quanti ha eletto a guidare l’Amministrazione.

Penso di avere espresso i pensieri di molti, invitando tutti gli interessati a superare la cultura della ‘contrapposizione’, fatta sistema, per lasciare il campo alla cultura del concorrere di singoli, di gruppi sociali, di partiti, di istituzioni di ogni genere alla vita delle Città e paesi: quante risorse potrebbero essere attivate anziché bloccate!

San Paolo scriveva: “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” (1Tes 5,21). Può essere un buon criterio ‘laico’ per abbattere tanti ‘muri’ e creare invece ‘ponti’, per promuovere e costruire anziché bloccare e demolire!

+ Adriano Tessarollo

(dal settimanale diocesano “Nuova Scintilla”, n. 23 del 12 giugno 2016, p. 11)