Giornata della memoria (olocausto)

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Giornata della memoria (olocausto)

Fino a quando saremo spettatori di immagini e uditori di annunci di olocausti di esseri umani, di gruppi etnici, di gruppi religiosi, di popolazioni, tutti immolati sull’altare dell’interesse, del denaro, del potere, dell’odio, della volontà di predominio? Fino a quando continueremo a vedere uomini e donne, vecchi e bambini fuggire o essere deportati o cacciati dalle loro case, dalle loro terre, tagliati dalle loro radici familiari, sociali, culturali? Cosa ci insegna quello che vogliamo ricordare nella giornata del 27 gennaio e che si è consumato nei confronti di un popolo sparso in quasi tutto il mondo? Ma quanti altri ‘olocausti’ più o meno conosciuti, cioè stermini di gruppi, di razze, di popoli, si sono consumati nella storia di

tutto il mondo? Il brutto è che gli ‘olocausti’, cioè lo sterminio o l’immolazione di persone, di famiglie, di gruppi, di popoli, continua ancora oggi in tante parti del mondo. Si continuano a produrre e a stoccare strumenti di morte, di sterminio, di inquinamento. Veri e propri arsenali mortali sempre pronti all’uso contro chi contrasta il potere, o da vendere a popoli poveri tecnologicamente, ma ricchi di materie prime di cui impossessarsi. Da questo evento tragico che in questa giornata siamo

invitati a non dimenticare, dobbiamo imparare a guardare a tutti gli altri

olocausti che si consumano anche oggi, se pur in forme diverse, e che non vediamo mai finire. Dove attingere la sapienza per evitare i mali passati che invece continuiamo a ripetere? La storia non ha niente da insegnarci? Mi piace ricordare alcune espressioni di Cicerone: “la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità”. Non basta ricordare e piangere le guerre e le stragi del passato, bisogna curare la radice che continua a provocarne di nuove. San Giacomo (Gc 4,2) ci ricorda l’origine delle guerre che portano a programmare l’eliminazione dell’altro: “Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra!”. Un principio di rinnovamento dell’intera umanità e anche delle nostre società sta nel governare interiormente la radice che spinge ai comportamenti ingiusti, corrotti e violenti: si tratta di dominare e governare i ‘desideri cattivi’ che portano a bramare ciò che non ci appartiene, ad accumulare più di quanto ci serve per una vita onesta, a dominare sull’altro e su quanto gli appartiene. Leggiamo una indicazione semplice e concreta nella Bibbia: “Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.” (Es. 20,17). A poco giova indire giornate come questa, se non impariamo la lezione e non sradichiamo la radice di questi mali che è nel cuore e nella coscienza dell’uomo, o se insegniamo il contrario. (vescovo Adriano)

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 4 del 26 gennaio 2014