Per non dimenticare

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Per non dimenticare

Ho avuto occasione di riprendere in mano alcuni appunti presi al Convegno di Firenze che ha avuto per tema “In Cristo il nuovo umanesimo”. Mi piace riproporre alcune piste da percorrere per andare verso un “nuovo umanesimo”, nuovo nel senso di “controcorrente”, tenuto conto di quanto viene proposto e rincorso oggi come ideale e in quanto ricalibrato sul vangelo di Gesù Cristo, ormai quasi abbandonato dal pensiero e dalle cultura post-moderni. Umanesimo nuovo che richiede il passaggio dall’io al noi, dalla chiusura all’apertura, dalla paura alla gioia, dall’evasione all’immersione. Riprendo alcuni atteggiamenti da coltivare personalmente e da proporre come ideale di ‘nuovo umanesimo cristiano”, richiamando i cinque verbi del Convegno di Firenze.

– Uscire. È superare la tentazione di chiudersi nell’io individuale o di gruppo per aprire invece spazi di incontro e di dialogo, nella consapevolezza che il Signore opera nel mondo, non solo nella Chiesa. Come cristiani siamo depositari di un preziosissimo patrimonio di idee e di esperienze, ma il dialogo aperto e accogliente con tutte le persone di buona volontà, è una buona via per condividere con tutti sapienza e grazia. Pensare e operare da esploratori e all’occorrenza anche da sentinelle.

– Annunciare. Significa orientare le persone a Gesù Cristo, Signore di tutti, una persona da incontrare prima e di conseguenza una verità da proclamare. La sfida, dice il papa, è riuscire a trasmettere la gioia del vangelo, ma prima ancora, trasmettere il vangelo, usando ogni mezzo per farlo conoscere. Invitare all’incontro con Cristo con la testimonianza vissuta del vangelo e con lo stile di Gesù, disponibili a farsi compagni di strada nella ricerca e nella condivisione, contro la tentazione o la presunzione di essere depositari e padroni della verità. Sentirsi servi del Signore.

– Abitare. Significa assumere la spiritualità del “lievito”, puntare sulla presenza attiva di laici credenti, preparati e motivati, non solo all’interno delle strutture ecclesiali, ma nella politica, nell’economia, nella scuola e in nuove strutture da inventare per prevenire e curare i mali di tante persone e istituzioni, capaci di farsi carico dei problemi di tutti, capaci di offrire un qualificato contributo alla difesa del bene comune, insieme agli uomini più sensibili.

– Educare.  è la bellezza e la passione di far crescere nuove generazioni di uomini e donne nella buona vita del vangelo, attraverso la valorizzazione di tutti i luoghi e i mezzi dove si cresce insieme: famiglia, scuola, università, mondo del lavoro, unendo le forze e imparando i nuovi linguaggi dell’uomo d’oggi. Il nuovo umanesimo sarà nel segno della continuità e della novità delle generazioni.

– Trasfigurare. Tenere aperti orizzonti per chi sente l’esigenza di andare oltre, per chi cerca di più, sul piano umano, spirituale, culturale ed ecclesiale. Costruire la città dell’uomo, impegnati per il bene comune.

Il nuovo umanesimo ha bisogno di cristiani che sanno “pensare oltre”, alla luce della Parola di Dio e dei Sacramenti che celebra.

Così il nuovo umanesimo cristiano saprà offrire senso pieno ai momenti decisivi della vita: il nascere, il crescere, l’operare, l’amare e il morire.

+ Adriano Tessarollo

Da Nuova Scintilla n.3 – 22 gennaio 2017