San Giuseppe, il Giusto

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San Giuseppe, il Giusto

Sabato 19: Solennità di San Giuseppe. Prendo spunto per una riflessione su questo uomo che si è trovato a vivere una vicenda tutta particolare, come ci dicono i vangeli, specie la pagina del vangelo di Matteo, che ci racconta della nascita di Gesù (Mt 1,16-24). Il suo nome è ricordato 10 volte nel vangelo di Matteo, 9 volte in quello di Luca, 2 in quello di Giovanni e nessuna in Marco. Egli è chiamato sposo di Maria, padre e carpentiere. In nessuno dei vangeli Giuseppe prende la parola. Egli si limita ad agire. Matteo ci dice di lui che è figlio di Giacobbe, sposo di Maria, uomo giusto, di discendenza davidica, che obbedisce sempre agli ordini divini senza chiedere spiegazioni e li esegue fedelmente e in silenzio; il suo nome appare quasi sempre associato a quello di Maria, sua sposa. Di lui vorrei ricordare alcune caratteristiche attribuitegli come ‘padre’ di Gesù.

Giuseppe uomo di fede. Egli ha obbedito ai disegni di Dio di fronte alla rivelazione della missione di essere custode di Gesù e della sua Madre Maria. Egli ha accolto i disegni di Dio, disposto a comprenderli alla luce della sua Parola, pur interrogandosi su come gestire una situazione tanto unica. Ha saputo però attendere con fede e pazienza la loro realizzazione nel tempo. Così ha potuto maturare quella fede che porta gradualmente a comprendere quanto Dio gli chiedeva man mano che le parole annunciate si andavano realizzando. Una lezione anche per noi che ci troviamo a vivere situazioni non sempre chiare, non sempre pienamente comprensibili, anzi spesso anche oscure. Eppure, come lui siamo chiamati a coniugare obbedienza e responsabilità, partecipazione responsabile e coerenza operativa, tutti atteggiamenti che richiedono fede e maturità umana. 

 

Giuseppe servitore fedele. Egli ha amato e servito le persone che Dio gli ha affidato e gli ha posto accanto, amando e servendo la Vergine Maria sua sposa e il suo figlio Gesù – che a lui fu affidato come padre terreno – prendendo su di sé tutte le vicende liete e tristi che lo hanno coinvolto nella storia particolare e straordinaria di Gesù e Maria.

Giuseppe, con Maria, modello per la famiglia. Nell’amore umile e servizievole Giuseppe si è fatto strumento di vera comunione, custodendo il figlio Gesù nella vita di tutti giorni, avviandolo al lavoro umile e onesto e accompagnandolo nella vita di fede del proprio popolo, in comunione con Maria. Per questo nella festa di san Giuseppe è consuetudine celebrare la festa dei papà.

Giuseppe patrono dei morenti. Secondo la tradizione, Giuseppe è morto prima di Gesù e di Maria. Quindi è rappresentato aver chiuso gli occhi tra le braccia di Maria e di Gesù e da essi consegnato al Padre della Vita. Non poteva avere migliore compagnia, che in senso spirituale ma reale non è negata neanche a noi.

Nella fede, nella semplicità, nel silenzio e nel servizio attivo e intraprendente di san Giuseppe, possiamo vedere il modello ideale di credente adulto: imitiamolo anche per noi, per essere a nostra volta persone impegnate seriamente con creatività e coraggio, nonostante i non pochi ostacoli che incontriamo all’interno delle nostre famiglie, delle nostre comunità civili e religiose, senza adagiarsi nel conformismo che ci porterebbe ad evitare la fatica della ricerca personale e dell’impegno responsabile chiesto ad ognuno. Un augurio a tutti i Giuseppe, a tutti i papà, a tutti coloro che vivono una responsabilità e una missione verso altri con atteggiamenti e sentimenti autenticamente paterni.

+ Adriano Tessarollo

(dal settimanale diocesano “Nuova Scintilla”, n. 11 del 20 marzo 2016)