Significato della canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Significato della canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Si è scritto molto in questi giorni di questi due papi dichiarati solennemente “santi” contemporaneamente domenica scorsa 27 aprile. Naturalmente certa stampa ‘laica’ ha espresso perplessità sull’accoppiata dei due santi. Mi è piaciuta la riflessione di don Massimo Naro (prete siciliano e fratello del defunto vescovo di Monreale, Cataldo Naro, entrambi carissimi amici) apparsa sul quotidiano ‘La Sicilia’ sabato 26/4, che personalmente ho trovato molto più illuminante e aperta delle interpretazioni ‘laiche’, naturalmente ispirate alla logica del sospetto.

Certo, i due santi provengono da esperienze tanto diverse: “di memoria contadina Roncalli, d’esperienza operaia Wojtyla; storico di formazione il primo, filosofo il secondo; di pratica diplomatica l’uno, pastorale l’altro; asceso settantasettenne e rimasto sulla cattedra petrina appena cinque anni Angelo, eletto cinquantottenne e immerso nel lavoro per più di un quarto di secolo Karol” scrive don Naro. Ma ciò che li accomuna e ha reso significativa l’accoppiata è il “senso dell’attualità e del futuro che Roncalli e Wojtyla ebbero parimenti. Cioè la disposizione a discernere le novità che raggiungono la Chiesa con ritmi così incalzanti da rischiare di lasciarsela alle spalle, impastoiata nei suoi ritardi. Ma, pure, la disponibilità a produrre novità, ad azzardare scelte inedite, a innescare cambiamenti, a realizzare l’«aggiornamento» di cui parlava proprio Giovanni XXIII all’apertura dei lavori conciliari, a orientare sin dagli inizi il corso del nuovo millennio che il papa polacco, dal canto suo, vedeva sopraggiungere”. Si può dire che “l’attenzione per la novità e in definitiva allo Spirito, che rinnova tutto e tutti” stabilisce tra di loro una “coerente continuità”. In conclusione “la doppia canonizzazione… esprime l’attitudine alla modernità che la Chiesa cattolica ha ormai maturato, all’alba del terzo millennio cristiano e in piena congiuntura bergogliana, nel solco di quel grande concilio che diede impulso al suo dialogo col mondo… Si tratta della stessa attitudine moderna coltivata e vissuta dai due pontefici”.     (+ vescovo Adriano)

 

da NUOVA SCINTILLA 18 del 4 maggio 2014