Esperienze di Famiglia in periodo di Pandemia

La storia di Patrizia Bonaldo

Cielo
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“Non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera.” (Papa Francesco)

Mi chiamo Patrizia, ho sessant’ anni e sono vedova da quasi tre, durante la pandemia e la conseguente quarantena non è stato semplice per me  vivere lontano dagli affetti  famigliari, dalle relazioni con le persone della comunità parrocchiale e dal parroco a causa della sospensione delle celebrazioni liturgiche. Ad un certo punto, alzando lo sguardo verso il cielo, mi sono detta: Signore tu mi stai offrendo un tempo per maturare nella fede vissuta nelle case come i primi discepoli, nella mia casa, e mi sono messa in ascolto e in un nuovo cammino.

In questo silenzio Dio si è fatto più presente ed ho capito che forse prima qualcosa mi sfuggiva nel mio dividermi e correre tra i tanti impegni delle mie giornate, sono divenuta più attenta, rimpiango le messe e ripenso a quelle celebrazioni alle quali alle volte ho partecipato con distrazione, quasi per abitudine; rifletto sul sacramento della confessione di cui sento la mancanza…

Mi sono così accorta che è stato un tempo donato anche per fare cose per le quali a volte con difficoltà trovavo il tempo e ho potuto dedicarmi ai miei hobbies, il ricamo e la lettura.

In particolare avevo accantonato due libri: il primo, piccolo ma prezioso, “ Cinque pani e due pesci” del Cardinale Van Thuan dove racconta della sua prigionia, di come riusciva a celebrare la messa pur in quella situazione e della conversione di alcuni dei suoi carcerieri toccati dalla sua testimonianza; Il secondo di suor Elena Bosetti “Donne della bibbia” ,…..intrigante il titolo… Donne…. quelle che per gli ebrei non avevano valore, non venivano messe in risalto anzi erano invisibili….

Grazie a quest’ultimo libro mi sono sorpresa a riflette su come queste donne abbiano vissuto la vedovanza   con coraggio come Giuditta che vive in un periodo particolare per il popolo di Israele prigioniero in Babilonia, sul cui sfondo vi è un re potente….Nabucodonosor ed il suo generale Oloferne e di Achior che viene minacciato di morte..ma non vi racconterò altro ….vi lascio la curiosità di cercare e scoprirne nella Bibbia le  vicende.

Tornando a Giuditta mi ha colpito il coraggio con cui questa donna ha affrontato non solo i problemi legati allo stato vedovile, il vivere un tempo nuovo in assenza dell’amato, ma anche come sorprendentemente essa sia riuscita a rimboccarsi le maniche e a donarsi tanto da salvare il suo popolo, lei…l’invisibile….

Sul suo esempio mi sono quindi chiesta quale può essere ora il mio ruolo di donna nella chiesa, nella società nel mio diverso stato….quale sguardo nuovo devo o posso avere verso gli altri? In quali servizi, anche di volontariato, posso impegnarmi per continuare ad essere generativa?

Come non  riflettere poi sulla singolare storia di Noemi suocera di Orpa e di Rut entrambe vedove. Noemi pensa di lasciarle libere perché possano  tornare alle loro famiglie d’origine per potersi rifare una vita ma esse scelgono di non andarsene per non lasciarla sola ed abbandonarla, preferendo rimanere con lei.

Povere come sono per vivere vanno a raccogliere nei campi ciò che cade dal lavoro dei contadini, spingendosi anche nel campo di Booz, parente di Noemi, che si innamorerà di Rut fino a sposarla seguendo la prassi ebraica…. una storia affascinante, contorta che vale la pena leggere per intero appunto nel libro di Rut nella Bibbia.

Queste storie e le conseguenti riflessioni mi hanno portata a non considerare più la vedovanza come una situazione che deve rimanere necessariamente invariata, la vita può infatti offrirci delle nuove opportunità sia per quanto riguarda il nostro modo di stare nella società che per la nostra sfera affettiva, magari una chiamata ad essere di nuovo spose, a vivere un nuovo affetto … il tutto sta’ nel  fare discernimento alla luce della propria storia e della volontà di Dio che guida sempre i nostri passi anche quando la strada sembra essere perduta mutando i tramonti in aurore.