A conclusione del mese di maggio

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Riflessioni del vescovo

A conclusione del mese di maggio

Siamo ormai giunti alla conclusione del mese di maggio, caratterizzato dalla preghiera serale del Rosario, nei cosiddetti “fioretti”. Un mese quindi di intensificazione della preghiera, di quella preghiera che non deve mancare ogni giorno della nostra vita. Scriveva già il papa Pio V quando dava ufficialità alla preghiera del Rosario: «Il rosario o salterio della beatissima Vergine Maria è un modo piissimo di orazione e di preghiera a Dio; modo facile e alla portata di tutti, che consiste nel lodare la stessa beatissima Vergine, ripetendo il saluto dell’angelo per centocinquanta volte, quanti sono i salmi del salterio di Davide, interponendo a ogni decina la preghiera del Signore (Padre nostro), con determinate

meditazioni illustranti l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo». Le meditazioni che illustravano l’intera vita del Signore nostro Gesù Cristo accompagnavano prima ogni ‘Ave Mara’ e furono poi divise e concentrate in tre sezioni corrispondenti ai Vangeli dell’infanzia di Cristo, della sua vita pubblica, e della sua Passione-Risurrezione: sono questi i 15 misteri dell’intero Rosario. Giovanni Paolo II ne aggiunse una quarta sezione attingendoli dalla vita pubblica di Gesù e portandoli così a 20.

Dunque il Rosario è preghiera di contemplazione di Gesù, è preghiera che si alimenta ai misteri della vita di Gesù perché facciamo nostra la sua esistenza, il suo mistero di vita e d’amore. Allo stesso tempo nel Rosario chiediamo l’aiuto e l’intercessione alla Madre sua, Maria. Conoscendo la povertà della nostra esistenza, la nostra fatica nell’accogliere il progetto di Dio, e consapevoli delle distrazioni e degli interessi che ci allontanano da Cristo, preghiamo la Madonna che ci aiuti a “a eseguire le disposizioni di Cristo”, come scrive Giovanni Paolo II nel suo documento “Rosarium Virginis Mariae”, 14.

Ecco dunque i tre elementi importanti della preghiera del Rosario:

– Il riferimento alla preghiera dei Salmi. Il numero iniziale delle 150 ‘Ave Maria’ si proponeva come sostituzione dei 150 salmi, dato che pochi sapevano e potevano pregarli. Oggi ci sono mezzi e strumenti per poterlo fare. Non sono i Salmi il più prezioso repertorio di preghiera che il Signore ci ha donato nella Bibbia?

– Il riferimento ai vangeli e alla vita di Cristo, da conoscere e da imitare. In ogni decina del Rosario viene proposto un evento della vita di Cristo; ogni decina inizia inoltre con la preghiera evangelica del ‘Padre nostro’; infine ogni ‘Ave Maria’ è composta dal saluto dell’Angelo a Maria all’Annunciazione (Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te) e dal saluto di Elisabetta al momento dell’incontro con Maria (Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo).

– Infine è invocazione a Maria: chiediamo a Lei stessa di intercedere per noi nel momento presente e soprattutto nel momento del grande nostro passaggio da questo mondo al Padre.

Con il mese di maggio può cessare questa preghiera, soprattutto quando viviamo situazioni personali, familiari e sociali difficili? Nel racconto evangelico delle “Nozze a Cana” è Maria che prende l’iniziativa e dice a Gesù: “Non hanno vino!” (Gv 2,3): sarebbe stata la fine della festa e della gioia! Gesù allora si mette in azione e porta il suo soccorso.

Stiamo vivendo tante situazioni che manifestano perdita di speranza fino a sentire quotidiani episodi di disperazione. C’è bisogno che anche oggi Maria torni a invocare il Signore per noi: “Non hanno vino”; e torni a dire anche a noi “Fate quello che vi dice”. (+ Adriano vescovo)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 21 del 26 maggio 2013