“Ho letto che…”

Facebooktwitterpinterestmail

COMMENTANDO…

“Ho letto che…”

Nel bilancio regionale di previsione, nel profondo della notte, è stato tagliato mezzo milione al finanziamento previsto per la “Formazione Professionale”. Ora l’assessore Elena Donazzan dovrà fare il gioco della ‘mosca cieca’, per decidere a quale Scuola tagliare due o tre corsi per un triennio, corsi ai quali i ragazzi già si sono iscritti. A meno che, e ce lo auguriamo, il presidente Zaia non tenga fede alle promesse e trovi il modo di ripristinare quanto previsto. Le doppiette e il loro votato sostenitore sparano in alto e tuonano forte. E dire che si tratta di scuole che preparano al lavoro i nostri ragazzi! Siamo fiduciosi che al più dato, si aggiunga anche il meno tolto!

Ma come non commentare quanto espresso sull’argomento, se la notizia è vera, dai due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Erika Baldin e Simone Scarabel, che, prendendo spunto dalla faccenda dei 500.000 euro stornati dalla Formazione Professionale per la caccia, tornano a riproporre le vecchie idee della visione statalista della Scuola e della società? Ecco cosa avrebbero detto (così ho letto): “Gli istituti privati non possono avere l’esclusiva della formazione professionale… il monopolio del privato è già avvenuto con gli asili nido… lo scopo di un assessore deve essere quello di difendere la cultura e l’istruzione… non dare il colpo di grazia agli istituti pubblici”. Ma dove vive questa gente? Ma sanno che per ogni utente di un nido privato o paritario lo Stato risparmia oltre 5 mila euro rispetto al corrispondente servizio offerto da una struttura pubblica? E sanno che oggi sono stati 24.484 i bambini veneti da zero a 3 anni accolti nei 793 nidi, micronidi e nidi aziendali?

 

 

Benevolmente penso che parlino per disinformazione e per pensiero ideologico stravecchio, proprio di laici integralisti, che ancora non conoscono le leggi in vigore da 15 anni: c’è la scuola pubblica gestita dallo Stato e c’è la scuola pubblica paritaria gestita da associazioni varie di cittadini (genitori, istituti, fondazioni, parrocchie e altro). La società non coincide con lo Stato! Sanno che la Formazione Professionale accoglie circa 30.000 studenti? Sanno che nel Veneto circa 90.000 bambini frequentano le scuole pubbliche paritarie e che in queste scuole un alunno costa allo Stato circa 10 volte di meno che in quelle gestite dallo Stato? Sanno che son quelle paritarie che stanno chiudendo, perché le famiglie non ce la fanno a pagarsi in buona parte queste scuole e in più pagare le tasse anche per quelle scuole che i loro figli non frequentano?  L’area culturale cui essi appartengono afferma che l’Italia deve progredire e adeguarsi all’Europa per ciò che loro piace, e non si accorgono che proprio sul tema Scuola l’Italia è il fanalino di coda. Vadano a vedere cosa accade in Belgio, Svezia, Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Portogallo, Spagna e Grecia. Noi siamo in buona compagnia con la Grecia. Neanche le repubbliche dell’Europa dell’Est sono indietro come noi… Certa ideologia resiste solo qui in Italia!

Cito l’Olanda che è il top della libertà: in Olanda dal 1917 i due sistemi, pubblico e privato, sono finanziati al 100% dai pubblici poteri e questa parità di trattamento, inizialmente limitata alla scuola elementare, si è andata estendendo all’istruzione secondaria e dal 1970 anche all’università. Esiste persino un regolamento detto “di trasgressione” in base al quale se il contributo che un Comune versa a una scuola pubblica risulta superiore a quello che lo stato concede a una scuola privata nel suo territorio, allora tale differenza verrà versata anche alle scuole private dal Comune. Le sovvenzioni sono determinate in base ai costi sostenuti dalle corrispondenti scuole pubbliche. Anche nella laica Francia lo Stato si assume l’onere di coprire interamente gli stipendi del personale e le spese per la formazione iniziale e continua degli insegnanti. La frequenza è gratuita, ma la scuola può richiedere alle famiglia contributi per le attrezzature, la costruzione di nuovi locali e per l’istruzione religiosa. Non sarà ora che ci svegliamo anche in Italia? Sono questi i veri problemi delle famiglie e anche di questi la Chiesa si occupa per chi vuole capire: senza discriminazioni ideologica, la matematica è matematica per tutti!

    + Adriano Tessarollo

(da “Nuova Scintilla”, n.7 del 21 febbraio 2016, p. 11)