Lavoro, scioperi e produttività

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Commentando… (del vescovo Adriano)

Lavoro, scioperi e produttività

I vecchi posti di lavoro si difendono e i nuovi si creano non con gli scioperi ma con la produttività

Si annuncia una nuova stagione di scioperi, quale ormai vecchia e infruttuosa via per conservare o creare nuovi posti di lavoro. Purtroppo la logica è sempre quella del ‘posto’ da conservare sempre e comunque, eventualmente assicurare per l’eternità una certa retribuzione anche senza lavoro, o garantirsi  pensioni, maggiorate con l’invenzione del pensionamento pagato proporzionatamente all’ultimo anno di stipendio, aumentato ad arte col solo fine di gabbare i fondi INPS,  alimentati non solo con i contributi personali ma anche integrati con le tasse di tutti gli altri cittadini. Non parliamo poi dei vari vitalizi ‘grandi e perenni, intoccabili e solo aumentabili’ per qualche anno di altri servizi svolti, ma per altro molto ben remunerati.

E’ ora di cambiare logica, altrimenti non si va da nessuna parte e si sarà costretti a ridurre i servizi sanitari e sociali perché non ci sono più i soldi e il lavoro non è più produttivo: e ci rimetteranno i soliti ‘ultimi non protetti da nessuno’. E’ logica padronale? No! E’ logica onesta e sincera: gli imprenditori si preoccupino delle dignitose condizioni di lavoro dei loro lavoratori e non pensino a guadagni smodati, ma anche gli operai sentano che il posto di lavoro non si salva gridando per le piazze e facendo qualche manifestazione, ma rendendo produttivo e concorrenziale il loro lavoro. E’ ora di finirla di chiamare in causa lo Stato perché lo Stato integri, prelevando denaro attraverso altre tasse, le risultanze passive di tante fabbriche o aziende che si vogliono tenere in piedi a tutti costi, non perché producono ma per salvare lo stipendio legato al posto di lavoro improduttivo. E tale coraggio ci vuole anche di fronte alla quantità di aziende ‘pubbliche’ che stanno in piedi non per la loro produzione ma perché foraggiate con altrettanti soldi prelevati dalle tasse di tutti i cittadini, tasse che non è vero che stiano diminuendo, perché ne spuntano sempre di nuove e furbescamente celate. Non coltiviamo false speranze, non diamo sempre la colpa agli altri, Europa o altro, non barrichiamoci dietro a false illusioni o miti ormai cadenti, ma rimbocchiamoci le maniche e salviamo il salvabile con l’onestà e l’impegno di tutti. Impariamo una volta tanto la lezione che ci viene dalla nuova situazione italiana, europea e mondiale e lasciamo perdere le stravecchie ideologie morte: anche lo spauracchio degli scioperi generali è come mostrare per qualche giorno i mostri come nei giorni di Halloween! Tanto poi passano e bisogna ritornare alla realtà!  (+ Adriano Tessarollo)

 

 

dal numero 42 del 9 novembre 2014